Il contrattacco

Inchiesta Covid, la versione di Ranieri Guerra e la memoria difensiva depositata in Procura

È indagato dai magistrati di Bergamo per false dichiarazioni. È un personaggio chiave del filone d'indagine sul mancato aggiornamento del piano pandemico

Inchiesta Covid, la versione di Ranieri Guerra e la memoria difensiva depositata in Procura
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Il mancato aggiornamento del piano pandemico italiano è forse il filone dell’inchiesta sulla quale stanno lavorando da mesi i magistrati bergamaschi che ha avuto la maggiore eco all’esterno della Procura. Personaggi chiave della vicenda sono Francesco Zambon e Ranieri Guerra.

Zambon, ex funzionario dell’Organizzazione mondiale della sanità, era a capo del team di esperti autori del report fatto sparire dal sito dell’Oms, nel quale si sottolineava il mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale (fermo al 2006) e in cui si definiva «caotica» la gestione italiana dell’emergenza sanitaria.

Guerra, direttore vicario dell’Oms e fino al 2017 responsabile della prevenzione al Ministero della Salute, è indagato dalla Procura per aver fornito false dichiarazioni quando è stato chiamato a deporre come persona informata sui fatti. Quest’ultimo però, attraverso il suo legale Roberto De Vita, è passato al contrattacco, depositando in Procura una lunga memoria difensiva che evidenzierebbe come non ci sia stata alcuna interferenza, diretta o indiretta, da parte di Ranieri Guerra.

Dietro la rimozione del report una “mano” cinese

Secondo la difesa, dietro alla rimozione del report da parte dello stesso Zambon il 14 maggio dello scorso anno ci sarebbe Gauden Galea, referente dell’Oms in Cina, che avrebbe detto di rimuoverlo da internet perché un box sulla Cina aveva bisogno di essere controllato. In seguito, il documento non fu più pubblicato online.

Addirittura, gli avvocati hanno presentato ai pm diverse mail che testimonierebbero che Guerra, di fatto, avrebbe aiutato in una prima fase l’ex funzionario dell’Oms, chiamando la dottoressa Soumya Swaminathan per autorizzare la pubblicazione. Zambon avrebbe risposto ringraziandolo e informandolo dell’approvazione del report da parte di altre autorità.

In un’intervista rilasciata a Repubblica, inoltre, Ranieri Guerra ha spiegato che le trenta correzioni proposte sarebbero servite per migliorare la qualità della bozza, correggendo alcune parti che avrebbero potuto essere criticate o risultare imprecise.

Il mancato aggiornamento del piano pandemico

Anche in merito al mancato aggiornamento del piano, le accuse mosse a Ranieri Guerra sarebbero prive di fondamento secondo i suoi legali. Nei tre anni in cui ha ricoperto il ruolo di responsabile della prevenzione, dal 2014 al 2017, avrebbe confermato annualmente la validità del piano.

Nel 2017, anno in cui l’Oms pubblicò un aggiornamento delle linee guida, a settembre Guerra si mosse invitando Ministero e le altre autorità interessate a costituire un gruppo di lavoro per rivederlo in modo organico. Tuttavia, a novembre Ranieri Guerra lasciò l’incarico di direttore generale, non potendo più conoscere gli sviluppi di tale consiglio visto che al suo posto subentrò Claudio D’Amario.

Inoltre, al quotidiano Repubblica, Guerra ha detto che aveva lasciato una memora di tutto questo all’ex ministro Beatrice Lorenzin, ma che nell’immediato gli risposero che non esisteva copertura finanziaria.

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