Incidente all'aeroporto di Orio, s'è rischiato grosso. Ma come è stato possibile?
Inchiesta della Procura per capire le cause di quanto accaduto. Un soccorritore: «Solo per un miracolo non c’è stata una tragedia»

È stata riaperta intorno alle 19.30 di martedì 1 ottobre la pista dell’aeroporto di Orio rimasta chiusa per quasi 12 ore a causa dello scoppio, in fase di atterraggio, degli pneumatici di un Boeing della Ryanair proveniente da Barcellona.
Alle 8 del mattino, toccando terra, le quattro gomme posteriori dell’aereo, sul quale viaggiavano 161 passeggeri e sei membri dell’equipaggio, sono esplose, danneggiando la pista per quasi 450 metri.
Grazie all’abilità del pilota e al fatto che siano scoppiati tutti e quattro gli pneumatici si è evitato il peggio. Se, ad esempio, fossero esplosi solo i due di un lato, il velivolo avrebbe rischiato una pericolosissima uscita di pista.
Un soccorritore ha dichiarato che «solo per un miracolo non abbiamo assistito a una tragedia. Per fortuna, alla fine, non ci sono stati morti e feriti. Ma ci siamo andati veramente vicini».
Per tutta la giornata le conseguenze sul traffico aeroportuale sono state pesantissime: si sono verificati disagi per 163 voli sui 308 programmati, di cui 74 cancellati e 17 dirottati in partenza e 55 cancellati e 17 dirottati in arrivo. Ad avere problemi sono stati oltre 25 mila passeggeri, dei quali ventimila per i voli cancellati e cinquemila per i dirottati.
Nessuna spiegazione da parte della compagnia irlandese sulle cause di un simile incidente. Nella sua unica nota, diramata nel pomeriggio, Ryanair si è limitata a dire che «il volo ha avuto un problema con gli pneumatici all’atterraggio (...)