Gli aguzzini erano della Costa d'Avorio

La brutta storia dell'undicenne bergamasco ricattato su internet per avere un video hard

La storia è emersa nel corso di una conferenza stampa convocata in Questura. Nell'ultimo anno, complice il lockdown, sono aumentati i reati sulla rete e quelli pedopornografici

La brutta storia dell'undicenne bergamasco ricattato su internet per avere un video hard
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Il Covid e le restrizioni hanno limitato tutte le attività, anche quelle dei criminali. Fanno eccezione però quelli che agiscono in internet, come dimostra l’aumento dei reati pedopornografici contrastati dalla Polizia postale. E proprio alla Polizia postale ha trovato il coraggio di rivolgersi un ragazzino di 11 anni di Bergamo, dopo che due uomini gli avevano chiesto di inviare loro video a sfondo sessuale

Come racconta BergamoNews, l’episodio è stato citato ieri, venerdì 9 aprile, nel corso di una conferenza stampa organizzata in Questura per fare il punto sul bilancio annuale dell’attività svolta dalla Polizia di Stato (che ha festeggiato i 169 anni di fondazione).

Il ragazzino era stato ricattato da due uomini originari della Costa d’Avorio che lo avevano contattato su una chat di Google che usava di solito per parlare con i compagni di classe. Dopo l’invio di un primo video in cui si vedevano le parti intime, i due uomini hanno iniziato a ricattare l’undicenne chiedendone altri, ancora più espliciti. Se non lo avesse fatto avrebbero diffuso il filmato.

Il ragazzino, spaventato, non volendo raccontare nulla ai genitori, ha quindi deciso di lanciare un appello sul portale nazionale della polizia Postale, che ha inviato la segnalazione alla Questura di Bergamo. La vicenda in famiglia è comunque venuta alla luce, quando gli agenti hanno bussato alla porta di casa per raccogliere ulteriori elementi. I genitori, nel frattempo, hanno sporto denuncia.

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