La Procura di Bergamo chiede il processo per l'ex direttore del carcere
Antonino Porcino è indagato per 21 capi d'imputazione, l'udienza preliminare fissata per il 23 dicembre
Il pm Emanuele Marchisio, terminate le indagini condotte con i carabinieri e l'aggiunto Maria Cristina Rota, ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex direttore del carcere di via Gleno, Antonino Porcino e altri 15 sospettati di vari reati compiuti nel contesto lavorativo della struttura. L'udienza preliminare è stata fissata per il 23 dicembre, mentre il gup Alessia Sombrino renderà nota la decisione il 23 febbraio.
I reati contestati sono riportati dal Corriere Bergamo: Porcino, 68 anni, è indagato per 21 capi d'imputazione sui 33 totali attribuiti dalla Procura agli indagati. Si va dalle accuse di falso e truffa, per aver finto una sindrome depressiva tra febbraio e marzo del 2018, alla presunta turbativa d'asta in concorso con i titolari di Alfa Express, azienda di Urgnano fornitrice di distributori automatici, poiché sospettato di averli aiutati ad aggiudicarsi un appalto nel carcere di Monza, Vigevano, Brescia e Bergamo, ricevendo in cambio sette mazzette da 2.500 e 3.000 euro, negli anni tra il 2015 ed il 2017. Ci sarebbe poi il peculato, per aver usufruito di articoli e oggetti destinati al carcere quali bombole di ossigeno, risme di carta, due water e medicinali. Porcino avrebbe inoltre finto il danneggiamento della sua auto per ottenere dall'assicurazione 950 euro e infine è stato accusato da sei donne di molestie sessuali, in almeno due casi con ricatto.
Tra gli altri imputati ci sono anche Antonio Ricciardelli, 60 anni, ex capo della polizia penitenziaria, l'ex direttore sanitario Francesco Bertè, 62 anni e la responsabile dell'infermeria Adriana Cattaneo, 56 anni. Ricciardelli è accusato di aver chiesto l'intervento di sottoposti, quando era fuori servizio, per aiutarlo con l'auto rimasta impantanata e di aver falsificato i registri per permettere all'ex procuratore di Brescia Buonanno di parlare col figlio, che era detenuto, mezz'ora in più del consentito in due diversi episodi nel marzo 2018. Per Bertè, recentemente sospeso dall'hub di Dalmine per sospette finte vaccinazioni, c'è invece il reato per la certificazione di finta malattia a Porcino e l'avergli dato i farmaci. Per finire la Cattaneo, licenziata a seguito della vicenda giudiziaria dall'Asst Papa Giovanni XXIII, è anch'essa accusata di aver fornito in maniera illecita dei medicinali all'ex responsabile del carcere.