L'assurdità della situazione all'ospedale di San Giovanni Bianco spiegato in una lettera
Margherita ci ha raccontato la sua vicenda: ha accompagnato un amico al pronto soccorso della Val Brembana per un infortunio; lì hanno diagnosticato una frattura alla mano, ma l'assenza dell'ortopedico ha costretto i due a "scendere" al Papa Giovanni
Nulla di nuovo, verrebbe da dire. Ma è bene fare in modo che non cali l'attenzione sulla situazione che sta vivendo l'ospedale di San Giovanni Bianco, aperto ma, di fatto, sempre più "svuotato" delle proprio funzioni e quindi sempre meno utile per le persone del territorio. Dopo la lettera-appello di una donna ai sindaci della Val Brembana della scorsa settimana e dopo che gli stessi primi cittadini, ancora prima, avevano alzato la voce in quel della Comunità Montana, ora un'altra nostra lettrice (Margherita) ci ha scritto, il 6 ottobre, una lettera di protesta. Ve la proponiamo di seguito.
«Da cittadina italiana, lombarda e residente a San Giovanni Bianco, non posso fare altro che scrivere due righe a voi chiedendovi immediatamente aiuto nel portare avanti un grave problema. La gente deve sapere e chi gestisce tutto questo deve immediatamente prendere atto della gravità della situazione. Il problema si protrae ormai da mesi, ma finché non ci sei dentro non si capisce davvero bene l'importanza di avere un ospedale attivo.
Siamo nel 2020, sono anni che si parla di ecosostenibilità, diritti del malato, ecc. ecc... Tutte cose belle, se non fosse che non è proprio così. Oggi un mio parente ha avuto problemi a una mano e, come normale, è andato al pronto soccorso di San Giovanni Bianco, dove dopo avergli fatto un rx hanno riscontrato frattura. E fin qui tutto "bene", anche se si trova una mano rotta e se non fosse che lo hanno mandato all'ospedale di Bergamo per valutare la cosa e per ingessarlo.
Sarà mai possibile avere un ospedale a pochi metri e dopo aver fatto ore e ore di attesa lì mandarci poi a Bergamo perché l'ortopedico è in sala operatoria e lì al pronto soccorso è presente solo per un ora al giorno? Assurdo! Ho dovuto prendere l'auto, farmi quasi un'ora di traffico creando altro smog e una volta arrivati lì aspettare altre ore. Se questo si chiama diritto alla salute e pensare al bene del paziente, siamo davvero lontani... Ma pensate a un anziano, a persone che non hanno qualcuno che si possa prendere cura di loro, cosa devono fare? Partire da paesini montani in pullman e poi prendere il tram per arrivare in ospedale? Qui non siamo nel 2020, siamo indietro di 50 anni! E poi, se vogliamo evitare che il virus si possa diffondere, a mio parere questo è il modo peggiore per evitarlo.
La nostra provincia, i nostri paesi, hanno passato momenti duri e questo ospedale ha aiutato parecchio, ma a quanto pare questo virus, che non dimentichiamo esiste ancora, non ha cambiato la mente di chi non capisce che avere quell'ospedale è la salvezza per tutti noi che viviamo nella valle. Ora sono fuori dall'ospedale di Bergamo aspettando che le ore non diventino interminabili, anche perché, come tutti sanno, la viabilità per tornare in valle ci farà stare altre ore in coda, buttando nell'aria gas di scarico che si sarebbe potuto evitare.
Grazie ancora per il Vostro impegno».