L'Ats sospende la convocazione di nuove persone per i test sierologici (toccherà quindi pagare)
Dopo che la Regione ha annunciato che anche i privati possono effettuarli, i medici di base hanno ricevuto una mail che spiega che non possono più segnalare altri cittadini da sottoporre alle analisi regionali
di Andrea Rossetti
Mentre per tutti noi la "fase 2" è iniziata lunedì 4 maggio, per Regione Lombardia la "fase 2" sanitaria non è ancora iniziata. Ma ci siamo quasi, stando alle informazioni che arrivano dall'assessorato regionale al Welfare. Ieri (5 maggio), infatti, è stato reso noto che nelle prossime ore (ma si potrebbe slittare anche a domani) Regione Lombardia approverà una delibera tesa a cambiare un po' di cose nella gestione, in particolare, di test sierologici e tamponi. Quest'ultimi, infatti, potranno essere effettuati anche a domicilio dalle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziali, ma solo ai soggetti sintomatici con febbre sopra i 37,5° e solo in seguito a segnalazione del medico di base all'Ats di competenza. Anche perché, come ormai ben sappiamo, il numero di tamponi che la Lombardia è in grado di processare è ancora limitato purtroppo.
Diverso il tema dei test sierologici. Abbiamo già scritto che la Regione è finalmente decisa ad aprire alla possibilità di effettuarli anche in laboratori privati e senza che i test siano per forza quelli realizzati dalla Diasorin, anche e soprattutto dopo le comprensibili polemiche delle ultime settimane. Le aziende, così come anche i Comuni e i singoli cittadini, dunque, potranno rivolgersi a realtà private e, pagando, sottoporsi al test. Il quale però, ricordiamolo, non può dare alcun verdetto diagnostico, ma soltanto indicativo: in altre parole, ci può dire se siamo entrati in contatti o meno col Covid-19, non se siamo guariti o ancora contagiosi. Per questo verdetto serve ancora il tampone. La procedura più corretta, dunque, sarebbe quella che ogni soggetto che risulta positivo al test si ponga in auto-isolamento e resti in attesa del tampone. Peccato che, come detto, i tempi per l'effettuazione di questi, in Lombardia, siano biblici...
Resta comunque il fatto che l'effettuazione di molti più test sierologici offrirebbe un'arma importante quantomeno nel tracciamento del virus e della sua diffusione. E potrebbe dare un'indicazione alle persone circa il loro stato di salute. Dal 23 aprile, in Bergamasca l'Ats ha avviato il piano di effettuazione dei test regionali: si è partiti dagli operatori sanitari e dalla popolazione della Val Seriana, mentre da lunedì 4 maggio l'analisi si è ampliata ad altre aree del territorio orobico. I numeri, però, restano bassissimi: stando ai dati diffusi la scorsa settimana (il 30 aprile), gli unici che vengono forniti, in Bergamasca erano stati effettuati appena 3320 test sierologici, di cui solo la metà circa sulla popolazione. E adesso, con le novità in arrivo annunciate qua sopra, il ritmo di questi test regionali calerà ulteriormente.
Proprio lunedì 4 maggio, infatti, Ats ha annunciato ai medici di base del territorio, ovvero i soggetti incaricati di segnalare all'Ats le persone da convocare per essere sottoposte ai test secondo i requisiti indicati da Regione, che il campione atteso era stato raggiunto. In altre parole, non c'era più spazio per segnalare altri soggetti. Stando al Corriere Bergamo, si parla di circa altri quattromila test da qui ai prossimi giorni. Poca roba. Paola Pedrini, medico e segretaria regionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale, è rimasta stupita, così come tutti i suoi colleghi: «Avrebbero dovuto indicare per ciascun medico un numero di pazienti da segnalare, invece così chi è arrivato prima li ha inseriti e gli altri no». Uno stop che non era stato annunciato nei giorni precedenti e probabilmente figlio del cambio di politica della Regione: dato che potranno effettuare i test anche i privati, è "inutile" esagerare con i numeri. Peccato che i test effettuati dai laboratori privati saranno a pagamento. Habilita, ad esempio, sul proprio sito annuncia il via di questi test in sei diversi suoi laboratori a partire proprio da oggi, 6 maggio, previa prenotazione e al prezzo di 40 euro a test. Nulla di esagerato, ma comunque un costo. In ogni caso, resta poi sempre il dilemma del tampone: se una persona risulta positiva al test sierologico privato, il tampone lo potrà fare soltanto col servizio pubblico e con i tempi di quest'ultimo. Il prossimo obiettivo, dunque, dev'essere per forza quello di trovare un modo per aumentare drasticamente il numero di tamponi, altrimenti ogni possibile tracciamento reale del virus resterà monco...