Reintegrata

Licenziata dalla Conad di Curno per le critiche sui social, vince anche in appello

I provvedimenti disciplinari mossi nei confronti della dipendente, anche sindacalista, sono stati giudicati infondati e pretestuosi

Licenziata dalla Conad di Curno per le critiche sui social, vince anche in appello
Pubblicato:
Aggiornato:

Venne licenziata dalla Conad di Curno in seguito a tre provvedimenti disciplinari, ma ora anche il secondo grado conferma l'illegittimità del licenziamento. La corte d'appello di Brescia ha appena confermato il provvedimento del tribunale di Bergamo con cui la dipendente Elvira Zanchi era stata reintegrata nel marzo 2021.

Le critiche sui social

Il secondo grado ha rigettato le richieste di Mgs, che gestisce l’insegna Conad a Curno e che aveva licenziato la lavoratrice per una serie di post su Facebook ritenuti denigratori dell’immagine aziendale. I giudici, in entrambi i gradi, hanno ritenuto che la Zanchi, delegata sindacale per  Fisascat Cisl, avesse diritto di esporre le proprie idee, fatto che gli era stato contestato tanto da determinare un provvedimento disciplinare. E proprio in virtù della carica ricoperta. 

Secondo Mgs «la lavoratrice si "permetteva" di esprimere un parere personale in un social, in qualità di dipendente e di delegata sindacale, in merito alla nuova gestione della società Conad (Mgs Srl), ed in particolare, evidenziava le difficoltà nel confronto e nella gestione delle criticità, senza fare alcun riferimento a persone specifiche», ma il giudice di Bergamo ai tempi, cui ora si è accodato anche quello di Brescia, aveva definito il fatto «una legittima espressione del diritto di critica costituzionalmente tutelato dall’art. 21 della Costituzione. L’esercizio di questo diritto si può concretizzare anche nell’espressione di un giudizio, di un’opinione e riveste connotazioni soggettive soprattutto quando si svolge in ambito sindacale, ambito nel quale è preminente l’interesse generale dei lavoratori».

Gli altri provvedimenti

Non solo il problema delle critiche sui social, lo scontro in Tribunale ha riguardato anche altri due procedimenti disciplinari, fin da subito definiti pretestuosi secondo il sindacato. Il primo, le contestava  di non rispettare la pausa obbligatoria di quindici minuti prevista dal regolamento Conad. La Zanchi è invece part-time e per questo non ha obbligo di fare pausa. Con il secondo, il datore di lavoro contestava alla lavoratrice di aver falsamente dichiarato di essere autorizzata a godere di permessi.

Monica Olivari, segretaria del sindacato del commercio di via Carnovali, che insieme allo studio legale Pezzoni e Magliaro ha seguito la vertenza, commenta: «È una grandissima soddisfazione sia per la Fisascat che  per la lavoratrice nel suo ruolo di dipendente soprattutto per il ruolo di rappresentante delle lavoratrici e lavoratori, in quanto viene premiata la sua tenacia, coerenza, caparbietà e la forza di portare avanti quei valori e diritti sindacali che non tutti condividono».

Seguici sui nostri canali