In cerca della verità

Morte del giovane bergamasco Oumar Dia in carcere, monta il caso (tra piazze e politica)

Due interrogazioni parlamentari per chiedere chiarezza sul decesso del 21enne di Fiorano. La Procura indaga. Oggi (11 novembre) manifestazione a Bergamo

Morte del giovane bergamasco Oumar Dia in carcere, monta il caso (tra piazze e politica)
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di Camilla Amendola

È stata finalmente predisposta l’autopsia sul corpo di Oumar Dia, il giovane di 21 anni di Fiorano al Serio morto giovedì 26 ottobre in circostanze poco chiare all’ospedale Humanitas di Rozzano, in cui era stato trasportato in gravi condizioni dal carcere Opera di Milano.

I fatti

Oumar Dia

Il ragazzo, nato a Bergamo da genitori senegalesi, era stato arrestato l’8 agosto 2020 a Milano, dove aveva rubato uno smartphone Samsung A7. A quel gesto erano seguiti mesi di carcere, poi i domiciliari e, infine, diverso tempo in comunità.

Una volta pagato il suo debito con la giustizia - e dopo aver anche ricomprato il telefono al proprietario a cui l’aveva sottratto -, Oumar aveva iniziato a lavorare in un’azienda bergamasca che si occupa di impianti fotovoltaici.

Il 7 luglio di quest’anno, però, le cose sono cambiate. Secondo quanto raccontano i familiari e gli amici di Oumar, quel giorno i carabinieri si sono presentati a casa Dia chiedendo del ragazzo. Che in quel momento, però, era al lavoro.

I militari se ne sono quindi andati, informando i presenti che sarebbero passati più tardi far firmare al ragazzo dei documenti. In realtà, poche ore dopo Oumar è stato nuovamente arrestato e portato in carcere a Bergamo, dove è rimasto fino a ottobre, quando - per motivi che ancora non sono stati resi noti - è stato trasferito al carcere di Opera, in isolamento. Il tutto senza che la sua famiglia venisse avvertita.

L’audio di Oumar agli amici

Una story pubblicata su Instagram da uno dei partecipanti alla manifestazione dell'1 novembre a Milano

Nei primi giorni di novembre, la storia del 21enne bergamasco è iniziata a circolare, per merito soprattutto dei suoi amici, che l’hanno raccontata sui social e hanno raggiunto migliaia e migliaia di persone. L’1 novembre, a Milano, si è anche tenuta una camminata pacifica per chiedere la verità sulla morte di Oumar. Sempre sui social, nei giorni scorsi è stato pubblicato un audio di rilievo per questa vicenda.

Si tratta di un messaggio vocale che il 21enne ha mandato il 7 luglio scorso ai suoi amici su un gruppo WhatsApp e pubblicato dalla pagina Instagram @afromagazine_italia. La tristezza del giovane è evidente: «Sarà dura, forse - dice Oumar -. Stamattina sono venuti i carabinieri a casa (...)

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