Morte della piccola Diana, per lo psichiatra Alessia Pifferi «capisce ciò che succede e non si è mai sentita madre»
L'esperto ha riassunto in aula la perizia che ha smontato la tesi della difesa, per la quale la donna avrebbe l'intelletto di una bambina
«Alessia Pifferi capisce bene quello che succede e non si è mai sentita madre». Questa potrebbe essere la sintesi della relazione, esposta stamattina (lunedì 4 marzo) alle 10 in Aula dallo psichiatra Elvezio Pirfo, che ha smontato la tesi della Difesa per cui l'imputata, accusata di aver fatto morire di stenti la piccola Diana, avesse l'intelletto di una bambina di sette anni.
Una persona incompiuta
La legale della donna, Alessia Pontenani, come riportato oggi da Il Giorno aveva chiesto il rinvio dell'udienza per poter analizzare il contenuto della perizia, ma la Corte ha voluto prima ascoltare il resoconto e poi decidere della richiesta. «Quando le ho chiesto cosa si aspetta che succeda dopo il processo ha risposto: mi aspetto di andare in una Rems, sapendo perfettamente cosa significa» ha spiegato Pirfo.
La donna secondo lo psichiatra si è descritta come una persona incompiuta, in particolare cresciuta senza l'affetto del padre non è mai stata una figlia, ma neanche ragazza in quanto vittima di stupro nell’adolescenza. Non avrebbe mai avuto un rapporto paritario con un uomo, ma piuttosto dei rapporti di garanzia. Cercava una figura che la proteggesse e, per l'esperto, non si sarebbe mai sentita madre. Forse anche per questo avrebbe deciso di passare del tempo con l'ex compagno a Leffe, lasciando la neonata da sola nel suo appartamento.
Il distacco emotivo
«Ha sempre avuto grande distacco emotivo da tutti gli eventi della sua vita con partecipazione emotiva piatta - ha concluso Pirfo -. Sia nel raccontare il suo ingresso in carcere, sia nel raccontare la vita con la bambina, sia nel raccontare la vita sentimentale... Non ha deficit di memoria, non ha deficit cognitivi, ha capacità intellettiva piena anche nella appropriata connettività tra argomenti».