gli effetti del Covid

Nasce l'anagrafe delle fragilità: in provincia si contano almeno novemila persone

L’obiettivo è di programmare e costruire, attraverso interviste domiciliari dei cittadini ritenuti a rischio, una rete di servizi sociali e socio-sanitari che rispondano in modo efficace alle nuove esigenze dei cittadini

Nasce l'anagrafe delle fragilità: in provincia si contano almeno novemila persone
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I dati epidemiologici raccolti dall’Ats di Bergamo certificano che la pandemia ha colpito soprattutto i pazienti fragili, prevalentemente anziani, con presenza di patologie croniche, le persone in condizioni di vulnerabilità socioeconomica ed isolamento sociale e gli ospiti delle Rsa. È da queste considerazioni che è nata l’idea di costruire un’anagrafe per la fragilità, condivisa da tutti i 243 comuni della Bergamasca in raccordo con il Consiglio di rappresentanza dei sindaci.

L’obiettivo è di programmare e costruire, attraverso interviste domiciliari dei cittadini ritenuti a rischio, una rete di servizi sociali e socio-sanitari che, in un’ottica di contrasto e prevenzione al Covid, rispondano in modo efficace alle nuove esigenze della popolazione. In tutta la provincia si tratterebbe di un elenco di circa 9 mila nominativi.

«Integrando dati clinici, sociosanitari e socio assistenziali, l’Ats ha realizzato un database di persone ritenute in condizione di elevata fragilità – spiega l’assessore alle politiche sociali di Bergamo Marcella Messina -. È a loro che l’indagine è rivolta, proprio perché potenzialmente esposti clinicamente, prima ancora che socialmente, ad un rischio alto. L’anagrafe monitorerebbe il loro stato attuale in raccordo, se necessario, con infermieri di comunità e medici di base. Per noi amministratori è un utile strumento per capire se possiamo rinforzare anche gli aiuti ai caregiver».

«Per quanto riguarda l’Ambito di Bergamo – afferma la responsabile dell’ufficio Gabriella Paganelli – nel database fornito da ATS ci sono 1.440 nominativi. Sono cittadini con più di 65 anni per l’85,6 per cento, mentre per il 14,4 per cento compresi nella fascia dai 18 ai 64 anni. Per questo abbiamo strutturato un team di lavoro dedicato, e già operativo, che fa capo ai servizi sociali».

Il team è costituito dalla coordinatrice dell’unità operativa anziani del Comune di Bergamo, Cristina Trussardi, dalla coordinatrice delle educatrici, Cecilia Cavagnera, e da cinque educatrici individuate grazie alla collaborazione con il terzo settore. Tutti gli operatori entreranno nelle abitazioni in piena sicurezza, dotati di tutti i presidi anti-Covid e con il proprio tesserino di riconoscimento.

«Le educatrici sono formate in modo specifico rispetto all’attività richiesta e stanno contattando telefonicamente i cittadini per fissare giorno e orario in cui effettuare l’intervista – conclude la referente del progetto Paola Consonni -. Già da tempo hanno anche ricevuto una lettera a firma del sindaco Giorgio Gori e dell’assessore Messina, in cui veniva anticipata sinteticamente l’iniziativa. Le domande riguardano diversi argomenti: l’autonomia nello svolgere le necessarie attività di cura personale, le abilità digitali, le condizioni lavorative, l’esistenza di una rete sociale di protezione, il carico di cura dei familiari, le condizioni abitative».

I cittadini che ricevono la lettera possono contattare “Bergamo Aiuta” al numero 342.0099675, da lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13, per raccogliere ulteriori informazioni in merito al progetto e per fissare l’eventuale visita domiciliare.

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