il processo

Omicidio di Entratico, chiesti 24 anni per l'operaio accusato di aver ucciso Cosimo Errico

Dell'omicidio è imputato Pal Surinder. Rinviato a giudizio anche il coinquilino connazionale Singh Mandip, accusato di favoreggiamento. Per lui l'accusa ha chiesto una condanna a 4 anni. La difesa invece invoca l'assoluzione piena per entrambi

Omicidio di Entratico, chiesti 24 anni per l'operaio accusato di aver ucciso Cosimo Errico
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Per l’omicidio di Cosimo Errico, 58 anni, professore di chimica al Natta trovato dal figlio semicarbonizzato in una cascina di Entratico nel 2018, sono stati rinviati a giudizio Pal Surinder e Singh Mandip.

Indiani, entrambi residenti a Casazza, Surinder (59 anni) e Mandip (40 anni) lavoravano nel casolare che il docente aveva comprato e adibito a fattoria didattica e luogo per feste. Il primo è indagato per omicidio e distruzione di cadavere. Surinder era stato arrestato il 4 aprile scorso (da quel giorno si trova in carcere), data in cui era stato fermato anche Mandip, suo coinquilino indagato in stato di libertà per favoreggiamento in quanto avrebbe mentito sugli spostamenti compiuti dall’amico il giorno dell’omicidio. Nei loro confronti il pubblico ministero Carmen Santoro ha chiesto, rispettivamente una condanna a 24 anni e a 4 anni di carcere.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e dal Ris l’assassino la sera dell’omicidio era nella fattoria didattica per rubare del materiale e, messo alle strette, avrebbe colpito la vittima alle spalle con diverse coltellate; quindi l’imputato avrebbe preso la benzina sul retro della cascina, incendiato il corpo e sarebbe uscito.

A destare l’attenzione degli inquirenti è stata la mancanza di segni di effrazione e il fatto che l’omicida prima di andarsene abbia staccato la corrente elettrica. Sulla scena del delitto mancano tracce di dna, ma sono ben visibili impronte di scarpe dal contorno nitido, che hanno consentito di stabilire numero e marca. Calzature che sarebbero state comprate dalla moglie della vittima e che Errico avrebbe poi regalato a qualcuno dei suoi operai.

La difesa ha invece chiesto l’assoluzione piena per entrambi gli imputati, ritenendo che l’accusa si sia focalizzata sull’idea che l’assassino dovesse essere necessariamente uno dei dipendenti della vittima e che abbia indirizzato le indagini a senso unico. Inoltre, sostengono i difensori, sarebbe inverosimile che un uomo incensurato e dal carattere mite si trasformi in un omicida efferato. Da ultimo, non reggerebbe neanche il movente. Secondo l’accusa a Errico, dopo essere stato ucciso, sarebbero stati rubati poco più di 600 euro, ma questi soldi non sono mai stati trovati a casa dell’imputato.

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