Omicidio di Stefania Rota: Perico ricoverato un mese prima del delitto
Gli avvocati sono convinti che si sia trattato di un omicidio d'impeto, durante una lite con la cugina in seconda, per motivi catastali
Sta meglio ma i tempi per chiarire la vicenda davanti al pubblico ministero si allungano. Lo hanno riferito gli avvocati di Ivano Perico, il 61enne in carcere con l'accusa di aver ucciso la cugina in seconda Stefania Rota nella villetta di lei in via XI Febbraio, a Mapello,
L'uomo è in cella nel casa circondariale di via Gleno, a Bergamo. E' accusato di omicidio volontario. I suoi legali Piero Pasini e Stefania Battistelli sono convinti che abbia agito per un dolo d'impeto. Secondo loro Perico avrebbe perso la testa e colpito la 62enne con un batticarne durante un litigio avvenuto l'11 febbraio scorso, per una questione catastale legata a un magazzino che si trova fra la villetta della donna e la sua.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, dalle indagini del Nucleo investigativo sarebbe emerso che Perico, circa un mese prima dell'omicidio, era stato portato in ambulanza al Papa Giovanni di Bergamo e ricoverato in psichiatria per tre-quattro giorni.
Durante l'interrogatorio di garanzia, il 61enne si è avvalso della facoltà di non rispondere. I suoi legali hanno precisato però che l'uomo vorrebbe chiarire l'accaduto, quanto prima, al pubblico ministero Letizia Ruggeri, titolare delle indagini.
In caserma, il giorno dell'arresto avvenuto sabato 13 maggio, l'uomo avrebbe ammesso di avere colpito la cugina con un oggetto durante una lite.
Gli avvocati escludono che il movente dell'omicidio sia di carattere sentimentale.
Sul diario ritrovato a casa della donna, Stefani aveva appuntato una frase tutta da decifrare. «Ste attenta a Ivano, ma questo già lo sai».
Secondo gli inquirenti, il 3 marzo, l'uomo avrebbe anche appiccato il fuoco alla vetrina del geometra a cui i cugini si erano rivolti per la questione catastale, che ha uno studio in via XI Febbraio.