Processo

Omicidio Ziliani, le confessioni al compagno di cella di Mirto Milani

I dettagli del delitto e la fossa scavata a Temù, tutto poi finito nel fascicolo dell’inchiesta che ha fatto crollare i tre accusati

Omicidio Ziliani, le confessioni al compagno di cella di Mirto Milani
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Nuove rivelazioni sulle dinamiche con cui Mirto Milani si sarebbe infine deciso a confessare l’omicidio di Laura Ziliani, la vigilessa di Temù uccisa a maggio 2021, il cui corpo venne ritrovato nell’agosto successivo. Come riportato dai colleghi di Prima Brescia, a far sentire il sospettato con le spalle al muro e spingerlo ad ammettere il fatto sarebbero state alcune informazioni già in possesso degli inquirenti, carpite dal compagno di cella del 28enne bergamasco, a cui quest’ultimo avrebbe raccontato diversi dettagli del delitto.

L'udienza preliminare ha avuto luogo nella mattinata di ieri (lunedì 27 giugno) alla presenza degli indagati, trasferiti in mattinata dalle carceri di Verziano (dove sono detenute le sorelle Zani) e di Canton Mombello (dove si trova Milani). Il gup del tribunale di Brescia Gaia Sorrentino si è riservata di decidere sul suo rinvio a giudizio e quello delle altre due accusate e in aula sono state affrontate questioni legate, in modo particolare, al costituirsi parte civile dei fratelli, della mamma e della seconda delle tre figlie di Laura Ziliani. Da parte della difesa, inoltre, è stata avanzata la richiesta delle registrazioni degli interrogatori effettuati ai tre indagati, chiedendo in particolare la trascrizione con tanto di confessioni e con il deposito delle relazioni redatte da parte degli psichiatri che hanno effettuato le visite in carcere ai giovani. L’udienza è stata poi aggiornata al prossimo lunedì 4 luglio.

Un particolare non irrilevante è il fatto che Mirto Milani avrebbe raccontato ad un compagno di cella di aver scavato una fossa per seppellire il corpo della donna, per poi proseguire aggiungendo altri dettagli dell’assassinio. Insieme alle dichiarazioni è finita direttamente nel fascicolo dell'inchiesta anche un’intercettazione ambientale registrata nel carcere di Canton Mombello e a quel punto il sospettato, sentendosi scoperto, avrebbe confessato. Cosa che poi hanno fatto anche le due figlie di Laura Ziliani.

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