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Ospedale di San Giovanni Bianco, l'attacco dei sindaci: «Più servizi o denunciamo l'Asst»

Il presidio è gestito dall'Asst Papa Giovanni XXIII. Alle lamentele dei cittadini ora si aggiunge una mozione approvata all'unanimità dai primi cittadini della Val Brembana.

Ospedale di San Giovanni Bianco, l'attacco dei sindaci: «Più servizi o denunciamo l'Asst»
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Non è certo un bel momento per l’Asst Papa Giovanni XXIII, almeno per quel che riguarda la gestione dell’ospedale di San Giovanni Bianco. Nelle ultime settimane abbiamo raccolto diverse segnalazioni di residenti in Valle che lamentano disservizi e un presidio sempre più esautorato delle proprie funzioni. Agli appelli dei cittadini ora si aggiunge anche il duro attacco di 27 sindaci della Val Brembana che lunedì 5 ottobre, a margine dell’assemblea dell’Ambito (in totale sono 36 i Comuni brembani), hanno approvato all’unanimità (27 i sindaci presenti sui 36 una mozione in cui denunciano l’impoverimento delle attività e dei servizi erogati, che mettono a rischio la salute dei cittadini sono causa non soltanto di disagi, ma anche di timori riguardo al futuro del presidio ospedaliero. Disservizi che risultano difficilmente comprensibili anche alla luce delle risorse stanziate negli anni dalla Regione.

Tra le richieste contenute nel documento, nato da una sollecitazione dei sindaci di San Pellegrino Vittorio Milesi e di Olmo al Brembo Carmelo Goglio, vi sono il ripristino dell’automedica a supporto delle ambulanze e dei servizi obbligatori per i presidi ospedalieri di base, l’erogazione continua delle attività ambulatoriali e la riapertura del reparto di Pediatria chiuso a causa del Covid. I contenuti sono stati discussi nella serata di mercoledì 7 ottobre alla Green House di Zogno, alla presenza dei vertici ospedalieri. Inoltre, per la maggior parte dei servizi, la presenza medica all’ospedale di San Giovanni Bianco sarebbe garantita solo dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 17,30. La struttura, quindi, funzionerebbe per sole 9 ore giornaliere (anziché 24 ore) e ciò pregiudicherebbe e non poco il diritto alla salute dei residenti della Val Brembana.

La richiesta dei sindaci è semplice: in estrema sintesi, o l’Azienda mette mano alle carenze, oppure in caso di inerzia i primi cittadini sono pronti a rivolgersi alle autorità competenti per chiedere che vengano accertati eventuali reati come “l’interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità” oppure “l’omissione di atti d’ufficio”. Gli Amministratori locali denunciano anche il dimezzamento dei posti letto, passati da 130 a 68; la riduzione dei medici, scesi da 37 a 20, e dei primari, passati da 8 a uno; la chiusura della Chirurgia il sabato, la domenica e nei giorni festivi; un servizio di Ortopedia a disposizione solo degli interventi programmati e non a supporto del pronto soccorso, che nelle ore serali e nei fine settimana è garantito al Papa Giovanni.

Nel merito, come riporta l’Eco di Bergamo, è intervenuto il direttore generale Maria Beatrice Stasi, che ha sottolineato come non ci sia l’intenzione di chiudere o di ridimensionare l’ospedale di San Giovanni Bianco. Ciononostante, alcuni interventi non potranno più essere svolti nella struttura. Dopo la fine dell’emergenza sanitaria è stato ripristinato 24 ore su 24 la postazione del 118 e nel 2020 sono previsti 3 milioni di euro di investimenti per la messa in sicurezza del presidio e delle 13 attività ambulatoriali. Il direttore generale ha posi spiegato che l’ospedale di San Giovanni Bianco assicura anche le cure subacute e lavora, mentre l’ospedale di Bergamo resta il punto di riferimento per le reperibilità nel fine settimana.

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