«Non indagati»

Presunta truffa della Cisl ai danni dell'Inps, la segreteria di Bergamo si difende

La Finanza di Milano ha sequestrato oltre 600mila euro ad alcune sigle lombarde. L'accusa: «Indebita fruizione di aspettativa sindacale non retribuita»

Presunta truffa della Cisl ai danni dell'Inps, la segreteria di Bergamo si difende
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«La Cisl di Bergamo non è oggetto d’indagine nella vicenda giudiziaria che ha coinvolto altre sigle della confederazione. La notifica della Guarda di Finanza è solo da ricollegare al passaggio a Bergamo di un operatore politico che aveva svolto in precedenza altri incarichi in altre strutture. Per quanto ne sappiamo e per quanto ci riguarda la sua posizione all’interno della struttura di via Carnovali non mostrerebbe alcun problema».

Con una nota di poche righe la segreteria bergamasca di Ust Cisl interviene per chiarire la propria posizione in merito alla vicenda giudiziaria riguardante una presunta truffa ai danni dell’Inps. Questa mattina, mercoledì 15 dicembre, il nucleo della polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, in base a un'indagine condotta dal pubblico ministero Paolo Storari, ha sequestrato in via preventiva oltre 600 mila euro ad alcune sigle sindacali lombarde della Cisl.

L’accusa è di «indebita fruizione di aspettativa sindacale non retribuita». Dalle indagini sarebbe emerso che «numerosi sindacalisti, pur lavorando in via esclusiva presso le associazioni sindacali, sarebbero stati formalmente assunti da società compiacenti senza avervi mai lavorato» per permettere «ai sindacati di appartenenza di fruire dello sgravio contributivo». Secondo quanto spiegato dalla Procura di Milano il lavoratore si vedrebbe riconosciuto dall’Inps, ai fini pensionistici, i contributi maturati «senza che né il datore di lavoro né il sindacato abbiano effettuato versamenti in denaro».

«Ribadiamo – conclude il comunicato diffuso dalla segreteria Ust Cisl di Bergamo – la nostra estraneità a una vicenda che comunque ci lascia amareggiati per il coinvolgimento di strutture della nostra organizzazione. Confidiamo nell’operato della magistratura e speriamo che al più presto sia fata chiarezza sotto ogni aspetto».

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