a seguito della requisizione

Promoberg prima chiede soldi per l'ospedale in Fiera, poi chiede scusa (che caduta di stile...)

Il manager Fabio Sannino ha scritto alla proprietà e chiesto un indennizzo sul mancato utilizzo dell'immobile. Poi, davanti alle reazioni perplesse per le tempistiche, ha fatto parziale marcia indietro

Promoberg prima chiede soldi per l'ospedale in Fiera, poi chiede scusa (che caduta di stile...)
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Eccesso di zelo? Scivolone? Mancanza di sensibilità? Fabio Sannino, presidente di Promoberg, ha commesso una imprudenza, sbagliando decisamente i tempi nel porre una questione tecnica a Bergamo Fiera Nuova, proprietaria dell’immobile, nella persona del suo presidente Giuseppe Epinati. Una richiesta di chiarimenti tecnico-contrattuali tra inquilino e proprietario alla luce di quanto si è venuto a creare con l’insediamento, nei padiglioni della Fiera, dell’ospedale da campo degli Alpini, necessario per affrontare l’emergenza sanitaria di Bergamo. La comunicazione, in formato elettronico, che doveva rimanere riservata tra i due ha preso, invece, a circolare tra i soci e, come spesso accade, è finita sui principali giornali di Bergamo scatenando una ridda di polemiche e reazioni.

Nella lettera, Sannino pone la questione della durata dell’indisponibilità dell’immobile, che al momento nessuno può immaginare, e del relativo danno economico che ne deriverebbe alla fiera, lasciando immaginare una possibile causa legale. L’ospedale alla Fiera è stato possibile grazie al decreto della Prefettura, che utilizzando il provvedimento contenuto nel decreto "Cura Italia" ha permesso la requisizione dell’immobile, che prevede un indennizzo di un milione di euro all’anno alla proprietà che fa capo a Bergamo Fiera Nuova. Di fatto la stessa cifra del canone d’affitto in carico a Promoberg. E visto che di questi tempi la fiera necessariamente ha dovuto sospendere tutte le manifestazioni in calendario, l’ospedale può essere visto anche come una benedizione salva bilancio per Promoberg.

Fabio Sannino

Ma la questione ha suscitato reazioni contrastanti. Intanto per la tempistica. L’ospedale ancora non è in funzione e già si pensa al dopo emergenza. La questione è indelicata anche rispetto all’emergenza in sé. Quanti hanno operato alla realizzazione dell’ospedale, artigiani e commercianti, sono allo stesso tempo anche soci della Fiera. E nessuno (almeno pubblicamente) si è mai opposto a che quest’opera venisse realizzata nei tempi e nei modi occupando l’immobile della fiera, ritenuto il più adeguato alle necessità. Sannino, dal canto suo, si è preoccupato di poter avere risorse al momento della ripresa. Per il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli e per lo stesso Epinati, però, l’intervento è stato da dir poco inopportuno.

La lettera di Sannino è datata venerdì 3 aprile, e ieri, sabato 4 aprile, ne è seguita un'altra, che vuole precisare la posizione.

«Ho concluso il testo scrivendo: "Promoberg, si riserva di quantificare in un successivo momento, anche in funzione della durata dell’indisponibilità dell’immobile, i danni che le deriveranno dalla perdita di disponibilità dello stesso" - scrive Sannino a Epinati -. Al fine di sgombrare il campo da ogni equivoco e meglio chiarire il mio pensiero in proposito, preciso espressamente che in nessun modo la frase di cui sopra va intesa come la preannunciata volontà di instaurare un contenzioso con la società che Lei rappresenta, ma solo ed esclusivamente quello, già prima d’ora tra noi informalmente discusso, di verificare i presupposti per la pattuizione – quando i tempi saranno maturi – di un’indennità per la perdita della attività di Promoberg. Il tutto in una logica collaborativa e non conflittuale, ritenendo - come non potrebbe che essere – che anche Bergamo Fiera Nuova abbia interesse a salvaguardare la continuità della propria conduttrice, affinché un domani possa essere in grado di tornarle a pagare il canone di locazione. Così come Bergamo Fiera Nuova tramite la articolata attività da Lei prontamente posta in essere ha tutelato correttamente e doverosamente la propria continuità aziendale, mi consenta ribadire che - su base amichevole e condivisa - anche Promoberg dovrà tutelare la propria continuità: in particolare ho in mente, tra l’altro, la salvaguardia delle 25 persone che come dipendenti, collaboratori e consulenti stabili di questo Ente, rappresentano un patrimonio di professionalità che ritengo mio dovere tutelare».

Le scuse sono arrivate, ma la frittata era ormai fatta.

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