Tutto il Consiglio comunale prende le distanze dalla protesta sotto casa del sindaco Gori
Approvato un documento che condanna ogni episodio di violenza. Il sindaco: «Mi scuso per aver detto "aizzare", ma la vostra presenza davanti al Comune giustifica la violenza». La Lega: «Davanti a Palazzo Frizzoni come semplici spettatori»
Che il tema arrivasse sui banchi del Consiglio comunale era scontato. La protesta contro il lockdown andata in scena giovedì 5 novembre davanti a Palazzo Frizzoni e proseguita per oltre un’ora sotto casa del sindaco Giorgio Gori con urla e cori ha scosso l’opinione pubblica cittadina. A far discutere era stata soprattutto la partecipazione alla manifestazione di alcuni consiglieri della Lega, tanto che in Aula è stato approvato un odine del giorno presentato dai gruppi di maggioranza (prima firma di Massimiliano Serra del Pd) nel quale il Consiglio comunale e tutti suoi consiglieri si dissociano da un episodio definito pericoloso e si impegnano a «contenere le manifestazioni di dissenso nel perimetro di un confronto civile».
Congiunto a questo documento, la minoranza ne ha presentato un secondo nel quale veniva chiesto di condannare «tutti gli episodi di violenza verbale sia nei confronti dei consiglieri comunali ingiustamente oltraggiati sia nei confronti del sindaco Giorgio Gori». Un chiaro riferimento alle accuse che i consiglieri del Carroccio hanno ricevuto dopo aver partecipato alla manifestazione davanti al Municipio ma non, come da loro sottolineato, al presidio sotto l’abitazione del primo cittadino.
Nel merito della vicenda è tornato il sindaco Gori, che si è scusato per aver usato in un’intervista la parola «aizzare» nel giudicare il ruolo avuto quella sera della Lega. Tuttavia, secondo Gori, resta il fatto che i consiglieri erano presenti a una «manifestazione non autorizzata. Già questo è motivo di censura. Già sotto Palazzo Frizzoni la manifestazione era fortemente indirizzata contro la figura del sindaco e non avete fatto niente, anche se voi sapete perfettamente quali sono le competenze di un sindaco che non riguardano la zona rossa». Inoltre, l’aver condiviso sui propri profili social foto e video di slogan offensivi per il sindaco è «molto più grave che non essere stati in piazza a insultarmi. Condividere questi video è un modo per giustificarli».
Video e post che, hanno spiegato i consiglieri della Lega, erano già stati cancellati dai propri profili social con l’obiettivo di rasserenare gli animi e smorzare il clima di tensione che si era creato in città. I rappresentanti del Carroccio hanno anche precisato di essere andati davanti al Comune in qualità di semplici spettatori e che quel presidio era stato autorizzato. Al netto delle frecciate reciproche, pare che le forze politiche in seno a Palazzo Frizzoni si siano messe alle spalle questo spiacevole e triste episodio, tanto che il documento presentato dalla maggioranza (approvato all’unanimità) è stato integrato da alcune osservazioni delle minoranze e che la Lega ha ritirato il proprio ordine del giorno.