Scomparsa nel nulla

Ragazza tedesca dispersa nel lago d'Iseo, continuano le ricerche dei volontari

Le operazioni vengono effettuate ogni fine settimana, ma i tanti detriti sul fondale, trasportati dal fiume Oglio, complicano le operazioni

Ragazza tedesca dispersa nel lago d'Iseo, continuano le ricerche dei volontari
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Niente, non c'è alcuna traccia: dopo quaranta giorni di ricerche, non si è ancora riusciti a trovare il corpo di Chiara Lindl, la ragazza tedesca scomparsa la sera dell'1 settembre, dopo un incidente in motoscafo, negli abissi del lago d'Iseo.

Le ricerche dei volontari

Dopo ripetuti tentativi, come riportato oggi (lunedì 9 ottobre) da L'Eco di Bergamo, le squadre dei sommozzatori dei Vigili del fuoco di Milano, così come i colleghi dell'unità operativa topografica, hanno sospeso le ricerche. I volontari, però, hanno deciso di continuare le operazioni e scandagliare i fondali di Castro, Lovere e in località Toline di Pisogne.

Il punto esatto in cui la ventenne è caduta dalla barca guidata da un'amica, la sera del primo settembre, non si conosce con esattezza e perciò si scandaglia tutta la zona con il sonar, mappando le aree in cui si individuano sagome particolari, per poi indagare con il robot subacqueo, dotato di telecamere. Si va avanti dal venerdì alla domenica sera, mentre in settimana si interrompe perché ognuno deve tornare al proprio lavoro. L'intenzione, comunque, è di proseguire fino a quando non si riuscirà a trovarla.

I gruppi impegnati nelle operazioni

Nella ricerca sono impegnati i volontari del Garda e il Gruppo soccorso Sebino, insieme ai sub di Monte Isola. Remo Bonetti, presidente del gruppo del Sebino e esperto dei fondali del lago, ha spiegato che hanno preso a cuore la situazione, ricordando che in passato ci sono voluti anche sei o sette mesi per trovare dei dispersi. Sono determinati a restituire un corpo alla famiglia, affinché le possano dare una degna sepoltura.

La situazione nell'area

Per il momento, sui fondali si sono trovati solo tronchi, rami e fango trasportati dal fiume Oglio. Bonetti ha aggiunto che, fino a vent'anni fa, non c'erano così tanti detriti sul fondo, ma con i temporali il fiume trascina molti più alberi fino alla foce e dentro nel lago. I tronchi si riempiono d'acqua e affondano, spinti sempre più in basso dalla pressione crescente, fino ad adagiarsi sul fondo tra i 140 e i 200 metri di profondità e non spostarsi più, come deve essere avvenuto per i resti della giovane.

Il problema, per l'esperto, è che si confondono tra i materiali trasportati dall'Oglio, di conseguenza occorrono intere giornate di lavoro per escludere i punti dall'area mappata. La scorsa settimana, per esempio, si era individuata una sagoma che ricordava delle gambe, ma si è poi scoperto che era la forcella di un albero. Nella giornata di ieri, i volontari del Garda hanno verificato cinque zone. Anche oggi sono in corso le ricerche, che poi si interromperanno per riprendere venerdì prossimo.

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