la denuncia dei sindacati

Sanità privata, straordinari per i tamponi ma nessun rinnovo del contratto: «Oltre al danno la beffa»

Lunedì 31 agosto sul Sentierone si riunirà l'assemblea sindacale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità privata. L’iniziativa fa parte dello stato di agitazione indetto a livello nazionale

Sanità privata, straordinari per i tamponi ma nessun rinnovo del contratto: «Oltre al danno la beffa»
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I lavoratori della sanità privata bergamasca attendono ormai da 14 anni la firma per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Nel frattempo, però, la Cgil di Bergamo sottolinea che al Policlinico di Ponte San Pietro, in capo al gruppo San Donato, verranno modificati i turni di lavoro imponendo ore di straordinario a quanti lavorano nei laboratori di analisi per poter processare e refertare l’enorme mole di tamponi di controllo effettuati alla Fiera di Bergamo su quanti tornano dalle vacanze all’estero.

«Ancora una volta, oltre il danno la beffa – commentano Roberto Rossi e Giuliana Rota della funzione pubblica della Cgil -. Nuovamente si chiede al personale di caricarsi sulle spalle la responsabilità di dare una risposta ai cittadini, sostanzialmente a costo zero». Lunedì 31 agosto sul Sentierone si riunirà l'assemblea sindacale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità privata. Un’iniziativa, che è parte del più generale stato di agitazione indetto a livello nazionale.

«Parliamo di persone che rivendicano il sacrosanto diritto al rinnovo contrattuale e la richiesta di pari condizioni economiche e normative con i colleghi della sanità pubblica – aggiungono Rossi e Rota -, ma che si vedono impedito persino il loro diritto a partecipare alle proposte di mobilitazione per svolgere un lavoro per cui l'azienda ha deciso di farsi carico senza pensare di incrementare il personale».

Il sindacato, inoltre, si domanda quale sia stata l’esigenza per la quale si è scelto di affidare il servizio per l’esecuzione dei tamponi alla sanità privata e al gruppo San Donato. «Ci chiediamo se non fosse stato più conveniente per le casse pubbliche gestire questo servizio con risorse umane direttamente dipendenti del servizio sanitario regionale: ci auguriamo che la spinta a questa scelta non sia stato il minor costo del personale».

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