Da sola copre un terzo del budget nazionale

Le scandalose spese della Sicilia che nessuno riesce a limitare

Le scandalose spese della Sicilia che nessuno riesce a limitare
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Del sito Soldipubblici, messo online a metà dicembre dal Governo, ve ne abbiamo già parlato QUI, dove avevamo spulciato qualche interessante cifra. Com'era prevedibile, questa lodevole iniziativa di trasparenza da parte dello Stato sulle spese dei singoli enti locali, ha scoperchiato un vaso di Pandora, quello dei costi senza freni di molte (troppe) Pubbliche Amministrazioni nostrane, che vivono sulle spalle dei contribuenti. E così è avvenuto. I media si sono subito lanciati, calcolatrici alla mano, all’analisi dei bilanci locali, spulciando tra cifre e voci di spesa. A pagarne le conseguenze, purtroppo, il Sud Italia, che a causa di una politica economica che s’è spesse volte dimenticata della sua esistenza, si trova oggi impelagato in una situazione finanziaria da cui pare difficile vedere una via d’uscita. Adnkronos è stata solo l’ultima fonte giornalistica, in ordine di tempo, a fare le pulci ai conti del Mezzogiorno.

La Sicilia spendacciona. Stando ai dati disponibili per il 2014, che giungono fino a novembre, Soldipubblici mostra che, nei primi 11 mesi dell’anno, prendendo in analisi la voce “Competenze fisse per il personale a tempo indeterminato”, le Regioni italiane hanno speso complessivamente 1,5 miliardi di euro. Il problema è che, di questi, ben un terzo è attribuibile alla sola Sicilia. Anzi, oltre un terzo: la Regione siciliana ha speso addirittura 575 milioni di euro sino ad oggi. Alle sue spalle, ma decisamente lontane, la Campania, con 140 milioni circa, e la Sardegna, con 128,5 milioni. Solo queste tre Regioni coprono la metà dell’intero budget previsto per la spesa complessiva italiana. Piemonte (96,9 milioni), Lazio (90 milioni) e Friuli Venezia Giulia (88,3 milioni) seguono le tre poco invidiabili capoliste. Nelle prime 6 posizioni notiamo esserci ben tre Regioni a statuto speciale: le due isole e il Friuli. Una scriminante, potremmo pensare: così non è però, e lo dimostra il fatto che il Trentino-Alto Adige, altra Regione a statuto speciale, chiude questa particolare classifica, con una spesa per il personale a tempo indeterminato, nel 2014, pari a soli 8 milioni di euro. Addirittura un quindicesimo della Sicilia. Impossibile sapere le spese della Valle d’Aosta, che non è presente nel censimento di Soldipubblici. La “nostra” Lombardia, dal canto suo, ha speso 62,3 milioni di euro fino ad ora, poco sopra i 56,3 milioni del Veneto e lontana dalle posizioni più alte.

 

La tabella, stilata da Adnkronos, che non ricomprende la Lombardia.

tabella spesa pro capite senza lombardia

 

Un peso per ogni cittadino. Restando su cifre così “importanti” e grandi, è quasi difficile rendersi concretamente conto di cosa significhi, per ogni cittadino, una spesa del genere da parte della propria Regione. Facciamo allora due conti: con una spesa di 575 milioni di euro, la Sicilia, contando 5 milioni di abitanti (dati al censimento del 30 novembre 2013), ha una spesa pro capite di ben 115 euro. In altre parole, ogni siciliano ha pagato, fino ad oggi, 115 euro per mantenere i dipendenti a tempo indeterminato della Regione. Al secondo posto, mantenendo fisso questo schema di calcolo, ci sono i sardi, costretti a versare 78 euro. Sale, nella classifica della spesa pro capite, al terzo posto in classifica il Friuli Venezia Giulia, con un costo di circa 72 euro. La Campania, con questo schema, vede ridimensionata la proprio situazione, scendendo all’ottavo posto della classifica con 24 euro a cittadino, dietro anche a Molise (52 euro), Basilicata (35 euro), Umbria (31 euro) e Abruzzo (29,6 euro). Nella classifica stilata da Adnkronos, il Trentino resta la Regione più virtuosa: i suoi circa 8 milioni di euro, suddivisi su di una popolazione di 1,05 milioni di abitanti, pesano su ogni cittadino per 7,72 euro.

Nei dati, però, manca la Lombardia. Come abbiamo detto, la nostra Regione ha speso, nel 2014, 62,3 milioni di euro per i dipendenti a tempo indeterminato. Tenendo conto che la popolazione lombarda è calcolata in 9 milioni e 922 mila abitanti (dati novembre 2013), ciò significa che paghiamo, a testa, appena 6,30 euro. In Italia i più virtuosi, a maggior ragione se si considera che nei dati del Trentino Alto Adige non sono considerate le voci di spesa per il personale delle Provincie autonome di Trento e Bolzano. Su questi numeri, i cittadini siciliani spendono oltre 18 volte quanto pagano quelli lombardi, e tutto per le spese pazze della propria Regione.

Facciamo quadrare i conti. Come sappiamo, però, non funziona proprio così: le spese di ogni ente locale non sono ascrivibili solamente ai singoli cittadini che sottostanno a quell’ente. Lo Stato incamera i soldi e, successivamente, li suddivide. Per questo, per capire la spesa pro capite dell’Italia per i dipendenti a tempo indeterminato delle Regioni, dobbiamo prendere la spesa totale, pari a 1,5 miliardi di euro, e suddividerla per il numero di abitanti dell’Italia, cioè 59,83 milioni: il risultato è 25 euro. Così, mentre il cittadino siciliano spende ben 90 euro in meno, il cittadino lombardo ne spende quasi 19 in più. E spendono di più anche i trentini (circa 17 euro in più), i veneti (13,5 euro in più), i toscani (13 euro in più), gli emiliani (11 euro in più), i pugliesi (10,5 euro in più), i laziali (9 euro in più), i marchigiani (7,5 euro in più), i liguri (7 euro in più), i calabresi (3 euro in più), i piemontesi (poco meno di 3 euro in più) e i campani (1 euro in più).

I dati parlano chiaro, ma non vogliono essere un dito puntano contro i siciliani, più vittime che carnefici di un’amministrazione sconsiderata e incancrenita su errori del passato. Purtroppo, però, la matematica non è un’opinione e lo Stato è chiamato, per l’ennesima volta, ad una presa di coscienza forte. Accadrà mai?

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