Sono a casa le salme di Giovanni Allevi e Matteo Cornago, alpinisti morti sul Badile
Il corpo del 48enne è nella sede del Club Alpino Italiano, quello del ragazzo nella sua abitazione di Petosino, dove i suoi ex compagni di liceo si troveranno per una veglia di preghiera
Una è al Palamonti, la sede del Club Alpino Italiano, un omaggio alla sua figura d’istruttore ed alpinista esperto. Una è composta nella propria abitazione di Petosino. Hanno fatto ritorno a Bergamo ieri pomeriggio (venerdì 17 settembre) le salme di Giovanni Allevi, chirurgo ortopedico veterinario di 48 anni, e Matteo Cornago.
I due compagni di cordata morti domenica scorsa mentre stavano scalando la via Cassin sulla parete nord-est del pizzo Badile, sul versante svizzero del massiccio. Erano partiti sabato (11 settembre) dal rifugio Sasc Furà, in Svizzera, con l’intenzione di arrivare al rifugio Gianetti, in Valmasino, nella provincia di Sondrio. Più o meno a metà della parete sono stati travolti da una scarica di sassi, precipitando per più di 300 metri.
Matteo Cornago, che avrebbe compiuto 25 anni il giorno seguente la scalata, si trova nella sua abitazione di Petosino. Dopo domani, lunedì 20 settembre, verranno celebrati alle 15 i funerali nella chiesa parrocchiale.
In segno di lutto e di rispetto per il dolore vissuto dalla famiglia del giovane studente universitario, la polisportiva Sorisolese ha scelto di rinviare a data da destinarsi il lancio della nuova stagione sportiva, prevista oggi (sabato 18 settembre). Gli ex compagni di classe del liceo classico del Seminario, scuola frequentata da Matteo negli anni del diploma, hanno invece chiesto di poter organizzare questa sera una veglia di preghiera nella sua abitazione.
Su Facebook si sono anche moltiplicati i messaggi di cordoglio scritti da amici o da persone che erano legate all’Ospedale veterinario Città di Bergamo per la morte di Giovanni Allevi, di Villa di Serio.
«Questa notizia mi ha sconvolto moltissimo, non ci posso credere – si legge tra le centinaia di commenti -. Lei a dato la possibilità alla mia cagnolina Gioia di poter di nuovo correre senza nessun problema e di questo le siamo veramente grati perché nessuno ci aveva dato la certezza dopo essere stata operata. È stato un luminare della chirurgia veterinaria, persone come lei rimarranno indelebili».