La polemica

Stop all'ospedale da campo in Fiera, parte una petizione. Le autorità: «Si farà, però...»

I lavori riprenderanno «non appena si renderà disponibile il personale medico necessario per la gestione sanitaria» della struttura. Il ministro Boccia: «Struttura necessaria, va realizzata»

Stop all'ospedale da campo in Fiera, parte una petizione. Le autorità: «Si farà, però...»
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La notizia dello stop alla costruzione dell’ospedale da campo degli Alpini alla Fiera di Bergamo è stata una doccia gelata per tutti i bergamaschi, provati da una situazione di emergenza che diventa di giorno in giorno più grave.

Per spingere alla costruzione della struttura sanitaria, Laura Sarti, figlia dell’ex presidente provinciale degli Alpini Antonio Sarti, aveva lanciato una petizione sulla piattaforma Change.org. «La popolazione stremata sta lanciando un grido di dolore, una richiesta di aiuto che speriamo Regione Lombardia voglia raccogliere – sottolinea Laura Sarti -. La mia città sta morendo. Bergamo sta morendo. La generazione dei nostri padri dei nostri nonni, la generazione di coloro che hanno fatto e sono la nostra storia» (per firmarla cliccare QUI).

Fortunatamente l'appello non è rimasto inascoltato e ha raccolto l'adesione di un gran numero di bergamaschi. «Grazie, grazie e ancora grazie! Pare che il nostro desiderio si stia realizzando, i lavori per l'ospedale da campo degli Alpini riprenderanno e la mia gente e i nostri medici eroici forse
riusciranno ad avere un briciolo di sollievo – ha ringraziato laura Sarti -. Siamo riusciti tutti insieme in questa impresa tanto importante per la nostra terra. Ora vi chiedo di non smettere di firmare. Mi auguro che questa petizione si trasformi in un grido di dolore per tutti i nostri morti e in una potente ed incisiva richiesta di aiuto. Mancano medici, attrezzature, respiratori, dispositivi di protezione, medicinali e ossigeno (sì manca anche questo). Bergamo non mollare, e a voi tutti dico: vi prego non lasciateci soli».

Il progetto del nuovo ospedale alla Fiera prevede la realizzazione di un luogo di cura sub-intensiva per circa 100 pazienti e di assistenza pre-dimissione per altrettanti. Per la sua costruzione erano stata mobilitata l’Associazione nazionale alpini, oltre a 75 infermieri e 30 medici in arrivo dalla Cina. Proprio il reperimento del personale sanitario necessario alla gestione della struttura aveva creato, però, le prime perplessità tra gli addetti ai lavori. In particolare, le autorità regionali non sono state più così certe dell’arrivo dei sanitari dalla Cina. Per questa ragione, nel tardo pomeriggio di ieri (mercoledì 18 marzo), la Giunta regionale ha comunicato ai vertici nazionali della Protezione civile e dell’Ana il momentaneo stop ai lavori, che sarebbero dovuti cominciare proprio oggi. La ripresa degli stessi sarebbe avvenuta «non appena si renderà disponibile il personale medico necessario per la gestione sanitaria della stessa».

In un video pubblicato sulla pagina Facebook Lombardia Notizie Online l'assessore regionale al welfare Giulio Gallera aveva sottolineato che «non c'è stato alcun ripensamento sull'opportunità e la priorità di questo ospedale da campo. E' una grande opportunità e risorsa ma serve personale diverso da quello che opera negli altri ospedali, già stremati. Lo stiamo recuperando ma partiremo nei lavori solo quando avremo la certezza di reperirlo. Si tratta di uno slittamento breve dei tempi, con la garanzia di dare una risposta».

Come riporta L’Eco di Bergamo, l’assessore Gallera ha fatto sapere che giovedì la Regione incontrerà un rappresentante della Croce rossa cinese per avere conferme sui tempi, sottolineando che si tratta di uno stop temporaneo e che l’opera ripartirà non appena si avranno certezze. Anche per questa ragione è stato lanciato da Laura Sarti un appello accorato «ai Bergamaschi affinché facciano rumore. Non assistano impietriti a quest’incubo. Vogliamo l’ospedale da campo abbiamo il diritto di non morire. Vi prego aiutateci». E non serve aggiungere altro per descrivere la disperazione di chi ogni giorno si trova a dover assistere impotente alla cancellazione di una generazione.

Nel merito, il ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, dopo aver appreso che Regione Lombardia ha fermato la realizzazione dell’ospedale degli alpini, ha evidenziato la necessità della realizzazione dell’opera. «Voglio essere chiaro – ha rimarcato -, quella di Bergamo è una struttura necessaria e andrà realizzata», spiegando che per ovviare alla carenza di medici in Lombardia arriveranno nei prossimi giorni un centinaio di medici dalle altre regioni italiane.

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