La protesta

Studenti in sciopero per il freddo nelle aule: al Turoldo di Zogno anche il preside si schiera coi ragazzi

Come un anno fa, i giovani sono rimasti fuori dalle aule per lamentarsi dei continui disagi. Il dirigente: «Deluso dalla Provincia». Lavori di riparazione al sistema di riscaldamento in corso

Studenti in sciopero per il freddo nelle aule: al Turoldo di Zogno anche il preside si schiera coi ragazzi
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Era stata annunciata e, alla fine, protesta è stata. Al Turoldo di Zogno, la mattina di mercoledì 22 gennaio, gli studenti hanno deciso di scioperare in segno di protesta per l'imbarazzante situazione che stanno vivendo. L'impianto di riscaldamento dell'istituto, il più grande e frequentato della Val Brembana, continua a non funzionare, lasciando i ragazzi al gelo. Per questo in quasi duecento hanno deciso di incrociare le braccia, mentre altri seicento circa sono restati direttamente a casa.

Una situazione purtroppo non nuova: già lo scorso anno, sempre a gennaio, una serie di guasti aveva messo a dura prova la pazienza di chi quotidianamente vive gli ambienti scolastici. Ne era scaturito un vero e proprio sciopero teso a sollecitare un intervento risolutore da parte della Provincia, responsabile della struttura. Intervento che, a quanto pare, non c'è stato. E così, dodici mesi dopo, eccoci punto e a capo.

Che la situazione sia paradossale lo dimostra anche l'appoggio del dirigente scolastico, Claudio Ghilardi, agli studenti: dopo la circolare diffusa lunedì 20, nella quale comunicava gli ennesimi disagi, oggi ha dichiarato a Bergamonews: «In alcuni casi, alzare la voce è necessario. Ho sentito tradita la mia fiducia verso la Provincia. Ho parlato anche con il presidente Gafforelli, che ha condiviso il mio disappunto». La Provincia, dopo l'ennesimo problema, si è adoperata. Nei giorni scorsi si è infatti rotta la pompa di calore, cosa che ha reso necessaria la sostituzione della centralina. I lavori di riparazione sono cominciati e dovrebbero concludersi nella giornata odierna, al più tardi giovedì 23. Una toppa che dovrebbe risolvere il problema, almeno in parte. Perché, come spiega il preside Ghilardi, «serve una completa riqualificazione energetica, per andare oltre l’emergenza e completare la riqualificazione dell’istituto».

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