il caso

Tweet sulle bare di Bergamo, Montesano: «Minacciato di morte, sporgo querela»

Il giornalista, attraverso l'Ansa, ha fatto sapere di voler passare alle vie legali verso chiunque abbia distorto il suo pensiero

Tweet sulle bare di Bergamo, Montesano: «Minacciato di morte, sporgo querela»
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Il tweet sulle «bare di Bergamo» scritto dal giornalista del quotidiano Libero Tommaso Montesano rischia dare vita a una querelle giudiziaria combattuta a colpi di querele. Da un lato quella depositata dal pool di legali che assiste i familiari delle vittime del Covid. Dall’altro quella dello stesso giornalista, che tramite un comunicato affidato all’Ansa ha fatto sapere di aver dato mandato al suo legale di sporgere querela verso «chiunque abbia volutamente distorto il mio pensiero, espresso a titolo personale e sul mio account privato», diffamandone la reputazione.

Sul social network Montesano aveva scritto: «Le bare di Bergamo stanno al Covid19 come il lago della Duchessa sta al sequestro Moro». Lago oggetto di un falso comunicato diffuso dalle Brigate Rosse per depistare le ricerche del corpo del segretario della Democrazia Cristiana. Il giornalista si era giustificato dicendo che quanto aveva scritto era stato «gravemente equivocato», che non intendeva offendere il ricordo delle vittime e che il suo pensiero era un parallelismo «espresso in modo icastico ma evidentemente infelice tra la forza simbolica dei camion militari di Bergamo» e quella delle immagini della ricerca del corpo di Aldo Moro.

Il tweet aveva però scatenato durissime polemiche, al punto che Montesano e la sua famiglia avrebbero ricevuto «continue minacce, anche di morte». Intimidazioni che il giornalista ha deciso di denunciare, querelando gli autori materiali, e ribadendo la propria «totale estraneità alle distorte e avventate interpretazioni che sono state associate da altri. al mio pensiero, che mai ha inteso negare i lutti di Bergamo e l’autenticità del dolore patito da tutta la comunità e dai parenti delle vittime»

Dal messaggio di Montesano si erano dissociati sia il direttore di Libero, Alessandro Sallusti, sia il Comitato di redazione del quotidiano. Nel merito si era anche espresso l’Ordine dei giornalisti della Lombardia, dicendo di aver deciso di «presentare una segnalazione all’Ordine del Lazio – dopo aver informato il suo presidente che trasmetterà l’esposto al Consiglio territoriale di disciplina – perché sia valutato sul piano deontologico il contenuto del tweet».

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