omicidio di calcio

Uccise il cugino e lo buttò nel naviglio: chiesti 21 anni per omicidio volontario

La salma di Erion Morina, 20enne di origine kosovara, era stata trovata incastrata sotto al ponte del naviglio a Calcio all’alba del 17 gennaio scorso. Il cugino Musli, suo coetaneo, secondo quanto ricostruito lo avrebbe colpito con quattro coltellate e poi gettato in acqua nella speranza di sbarazzarsi del corpo

Uccise il cugino e lo buttò nel naviglio: chiesti 21 anni per omicidio volontario
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La salma di Erion Morina, 20enne di origine kosovara, era stata trovata incastrata sotto al ponte del naviglio che scorre a Calcio all’alba del 17 gennaio scorso. Oggi, venerdì 20 novembre, il pm Silvia Marchina ha chiesto 21 anni di condanna per il cugino Musli, suo coetaneo, accusato di omicidio volontario, aggravato da futili motivi.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Erion e Musli Morina erano andati in un bar del paese dove avrebbero trascorso la serata chiacchierando, giocando a biliardo e bevendo. Tra i due sarebbe però scoppiato un litigio dopo che Musli avrebbe accusato la vittima di avergli rubato 50 euro. Il litigio era proseguito all’esterno del locale dove Erion fu colpito quattro volte alla schiena e alla testa con un oggetto appuntito (mai trovato dagli investigatori, probabilmente un coltello). Dopo averlo ferito gravemente, il cugino avrebbe trascinato la vittima per una quarantina di metri, fino al parapetto del canale, prima di gettare il corpo in acqua nella speranza che venisse trascinato via. Il livello dell’acqua però era basso e la salma fu trovata la mattina seguente da una coppia di netturbini.

L’autopsia aveva evidenziato che il ragazzo era ancora vivo quando era finito nel canale. Nei polmoni oltre all’acqua era infatti presente dell’aria. La ferita al capo era però molto grave, ragion per cui le concause della morte sarebbero state sia l’annegamento sia lo sfondamento delle ossa del cranio. L’avvocato difensore di Musli Morina, Benedetto Bonomo, ha chiesto l’assoluzione invocando la legittima difesa, mentre l’avvocato Stefano Forzani, che rappresenta i genitori della vittima costituitesi parte civile, ha chiesto un risarcimento pari a 70 mila euro. La sentenza in Corte d’Assise è attesa per il 30 novembre.

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