Petizione online

A Casnigo vogliono intitolare un campo da basket a Emiliano, il 36enne ucciso dal virus

La richiesta degli amici al Comune e al sindaco attraverso la piattaforma Change.org: «Intitoliamo a lui il parco giochi dove giocava a pallacanestro insieme a noi»

A Casnigo vogliono intitolare un campo da basket a Emiliano, il 36enne ucciso dal virus
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Si sono mossi subito, con determinazione, come probabilmente avrebbe fatto lui in mille altre situazioni. Gli amici di Emiliano Perani, 36enne di Casnigo morto l’8 aprile a causa del Coronavirus, all’indomani della triste notizia hanno pubblicato sul sito Change.org una petizione indirizzata al Comune di Casnigo per chiedere l’intitolazione al giovane fotografo di un parco pubblico presente in paese.

«Aveva appena 36 anni - si legge nella petizione disponibile QUI - e tanta voglia di vivere il mondo, gli affetti, la vita. Emiliano, per tutti noi Emi, ci ha lasciati, stroncato dal Covid-19. Emi era un compagno, un amico, un collega, una persona stupenda che metteva davanti il bene degli altri prima del suo. E per questo noi non vogliamo rimanere passivi di fronte a questo tragico evento. Tra le sue più grandi passioni c'era il basket, che giocava libero al campetto del suo paese (Casnigo), insieme a noi. Il momento più limpido, dove lo sfogo fisico si intrecciava con l'instaurare amicizie forti, durature e che oggi ci spingono a fare questa richiesta».

Il campo da basket a Casnigo (foto Granati)

«Quello che chiediamo al comune e al sindaco - continuano gli amici di Emiliano - è di commemorarlo attraverso la dedica del suo, nostro campetto di basket. Un piccolo gesto che può valere molto per tutta la comunità del paese e non solo. Un pezzo di Emi sarà sempre dentro di noi, ma se ogni volta che torneremo al campo vedremo la scritta "Parco giochi in memoria di Emiliano Perani", sapremo che la sua lotta è valsa qualcosa, che ogni canestro fatto sarà fatto in nome suo. Ciao Emi, i tuoi compagni lotteranno per te!».

Emiliano Perani si è spento mercoledì 8 aprile al Policlinico di Monza, dove era giunto dall’ospedale di Piario nelle ultime settimane per l’aggravarsi delle sue condizioni. Impegnato come fotografo e grafico, per molti anni ha lavorato nel settore della comunicazione visiva, come grafico progettista, illustratore, fotografo e videomaker, collaborando oltre che con aziende importanti del territorio anche a progetti artistici di varia tipologia come la realizzazione di copertine di album musicali, libri, festival, loghi, videoclip, comunicazione cartacea per eventi. Era anche un amante dello sport: ancora a inizio marzo era salito al Monte Pora. Nel 2018, insieme alla compagna Nadia aveva intrapreso un lungo viaggio in Sudamerica. Insieme, per oltre sei mesi avevano percorso oltre diciassettemila chilometri tra Argentina, Cile, Bolivia, Perù ed Ecuador, viaggiando con mezzi pubblici tra turismo e volontariato.

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