Criminalità

Ville e attività sequestrate in Bergamasca: la mafia ha preso casa fra noi

Centocinquanta immobili sequestrati in 40 Comuni. Per anni abbiamo pensato che il nostro territorio fosse immune. Ci sbagliavamo

Ville e attività sequestrate in Bergamasca: la mafia ha preso casa fra noi
Pubblicato:
Aggiornato:

A Cornalba, in Alta Val Brembana, in via Belotti, c’è una villetta di due piani col tetto spiovente. Sorge su un terreno panoramico, a pochi passi dalla chiesa. A Lovere, nel Sebino, in via Dossello, c’è un appartamento dentro una villa più grande, con piano interrato e due box. A Berbenno, in Valle Imagna, in via Milano, una casa a due piani, con bei terrazzi, scalinate, garage e giardino.

Sembrano abitazioni qualunque, come ce ne sono tante in Bergamasca. In realtà sono beni confiscati alla mafia. Anzi, alle numerose mafie che hanno messo radici nella nostra provincia. Fanno parte degli oltre 150 immobili che sono nelle mani dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati alle criminalità organizzata. Ville, case, garage, persino aziende, in quaranta diversi Comuni. Tutti appartenuti alle cosche infiltrate in Bergamasca.

Cornalba-300x225
Foto 1 di 5

La villetta di Cornalba sequestrata alla mafia, oggi ospita alloggi per carabinieri

rsz_lovere-300x251
Foto 2 di 5
Seriate-300x251
Foto 3 di 5

Seriate, l'edificio confiscato diventa un centro per attività sociali

AlzanoLdo-300x225
Foto 4 di 5

A Nese, lo stabile confiscato è adibito a portierato sociale

Berbenno-300x225
Foto 5 di 5

La palazzina confiscata a Berbenno diventata casa famiglia

Per anni abbiamo pensato che le organizzazioni malavitose risiedessero in altre latitudini e là sviluppassero i loro loschi traffici. Ci sbagliavamo. Le indagini della magistratura e il numero di beni sequestrati raccontano un’altra realtà. Dicono che il fenomeno è ben presente nella nostra provincia, anche con forme autoctone, del posto. E che immaginare i mafiosi con coppola o doppiopetto, nei vicoli del Sud o tra i colletti bianchi alla Borsa di Milano, è del tutto fuorviante. Perché il mafioso, al di là dell’iconografia, conserva il suo tratto distintivo: controllo di settori redditizi, caporalato e omertà, in Meridione come in Bergamasca. Lo confermano le cronache dell’ultimo ventennio.

Il mafioso fra di noi

Se nel primo decennio del Duemila le mafie in Bergamasca hanno gestito il traffico di droga e la prostituzione, negli ultimi anni sembrano essersi spostate su altri settori, più defilati, come riciclaggio, estorsioni e reati finanziari. La presenza però è certificata da un rapporto della Divisione anticrimine della Questura di Bergamo: «Sul territorio bergamasco esiste (...)

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 23 marzo, o in edizione digitale QUI

Seguici sui nostri canali