Parla il neopresidente Guadalupi

Il Conservatorio assorbe la scuola della Carrara, un solo istituto per il rilancio delle arti

L’istituto musicale verrà “statizzato” a ottobre. Il Comune dovrà cedere gratuitamente il ramo d'azienda della scuola d'Arte

Il Conservatorio assorbe la scuola della Carrara, un solo istituto per il rilancio delle arti
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di Paolo Aresi

Si apre una stagione importante per Bergamo: musica e arte si incontreranno di nuovo, come è giusto che sia. Conservatorio e Accademia Carrara, scuola di musica e scuola d’arte che si uniscono, che procederanno insieme. Da ottobre. Ne parla Michele Guadalupi, neopresidente dell’istituto musicale Donizetti, che ha preso il posto di Claudio Pelis, morto nei mesi scorsi. Guadalupi è nato a Bergamo nel 1946, mastica musica da sempre. Chitarrista e liutista di valore, è stato allievo di Benvenuto Terzi, detto “Nuto”.

Lei ha avuto un maestro di fama mondiale.

«Il mio primo maestro è stato Nando Mazzola, poi sono andato da Benvenuto Terzi che era un chitarrista di livello veramente straordinario. Ma era un bergamasco, una persona schiva, fra le due guerre la sua fama superò i confini italiani, ma poi preferì ritirarsi, scelse una vita tranquilla. Ho studiato con lui per dieci anni. Una volta andai a Stresa a sentire un concerto del celebre Segovia, e Terzi mi diede una lettera per lui. Finito il concerto, Segovia mi accolse, gli diedi la lettera, lui mi disse: “Lei ha la fortuna di avere un grande maestro, se lo tenga caro”. Da un punto di vista tecnico, Terzi non aveva niente da invidiare a Segovia. Aveva un suono, un fraseggio raffinato che raramente mi è capitato di ascoltare».

Lei ha sempre suonato.

«Sì, fin da bambino. Da ragazzo avevo messo su un’orchestrina, come ce n’erano tante in quegli anni Sessanta, era musica leggera, alla Gino Paoli, Peppino di Capri, in un secondo momento anche De André. L’esperienza con la musica leggera è importante per un musicista classico, impari bene l’armonia, alleni l’orecchio, stai a sentire gli altri, ti coordini... A Bergamo ci conoscevamo tutti noi chitarristi... saremo stati una ventina».

Poi si è dedicato alla musica classica.

«Negli anni Settanta c’è stata una riscoperta del barocco, anche a Bergamo. Fondai il mio primo gruppo, si chiamava “Diletto Musicale”, eravamo verso il 1975. La riscoperta della musica barocca avveniva perché la si studiava sui documenti originali e non più soltanto sui manuali, per le esecuzioni si tornava a usare strumenti originali o copie di essi e si rispettavano le prassi esecutive di quell’epoca. In quegli anni c’è stata proprio una rinascita del barocco».

Il suo è un ritorno, qui all’istituto Donizetti.

«Sì, avevo già fatto parte del consiglio di amministrazione, ero entrato nel 1982 ed ero rimasto fino al 1992. A quel tempo ero consulente musicale dell’Amministrazione Provinciale, con Gian Pietro Galizzi presidente. È stato un periodo entusiasmante, erano gli anni del decentramento culturale, abbiamo portato concerti negli angoli più remoti della Bergamasca, abbiamo rilanciato figure di musicisti geniali e dimenticati come il Clusonese Giovanni Legrenzi...».

Adesso è presidente.

«Sì, ero vicepresidente con Claudio Pelis, non ci sono stati terremoti, è stata una scelta di continuità. L’organizzazione funziona molto bene, ci sono dei direttori bravissimi, bisogna dirlo. Siamo messi bene».

Da tanti anni si parla della trasformazione in conservatorio statale.

«Siamo alla fine del percorso, credo che l’istituto musicale verrà “statizzato” a ottobre. Fino al 2009 eravamo un istituto civico, facevamo parte del Comune. Poi è stata fatta la scelta dell’autonomia e siamo diventati Istituto superiore di studi musicali. Quindi è cominciato l’iter per venire assorbiti nell’ordinamento statale, insieme ad altri sedici istituti musicali italiani. La pandemia ha frenato l’ultima parte della procedura, ma ormai ci siamo».

Da tempo si discute anche di fusione fra conservatorio e Accademia Carrara, intesa come scuola d’arte.

«Sì, anche in questo senso siamo a buon punto: io penso che da settembre istituto Donizetti e scuola della Carrara formeranno un unico organismo. La scuola della Carrara ancora oggi è un’istituzione civica, non ha personalità giuridica perché è un’articolazione del Comune, come era l’istituto Donizetti fino al 2009. Questo crea delle difficoltà, per esempio non ci sono insegnanti di ruolo. Il passaggio avverrà come se il Comune cedesse al conservatorio a titolo gratuito un proprio ramo d’azienda».

Il Comune lo cede volentieri?

«Penso proprio di sì. Altrimenti il rischio è che la scuola della Carrara possa sparire: non è più compito dei Comuni gestire le scuole civiche, soltanto devono occuparsi delle scuole dell’infanzia... (...)

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