C'era una volta il bocia

Anche i sindacati lanciano l'allarme: in Bergamasca sono sempre meno i muratori

L'edilizia deve recuperare attrattiva, il segretario Filca Cisl: «Incentivare il ricambio generazionale per superare l’invecchiamento»

Anche i sindacati lanciano l'allarme: in Bergamasca sono sempre meno i muratori
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La figura del "bocia" è da sempre parte della tradizione popolare bergamasca: il giovane apprendista del cantiere, che veniva affiancato al "magut" per imparare i trucchi del mestiere, fa parte ormai dell'immaginario collettivo. Peccato che, negli ultimi anni, la sua presenza nel settore sia andata a ridursi drasticamente, portando a un vero e proprio deficit nel ricambio generazionale. In poche parole, manca forza giovane nella categoria.

L’allarme, che noi di PrimaBergamo avevamo già lanciato alcuni mese fa, questa volta lo lancia dal palco del congresso della Filca (Federazione italiana lavoratori costruzioni e affini) Cisl il segretario uscente Simone Alloni. Nella sua relazione, Alloni punta il dito sull’invecchiamento della popolazione dei cantieri e il rallentato turnover, «troppo spesso al centro di infortuni anche molto gravi, sempre più legati all’età del lavoratore».

Quello dell’edilizia è un mondo in invecchiamento costante e veloce, problema che oggi si somma alla carenza di manodopera qualificata. Secondo i dati emersi in una ricerca fatta da Cassa Edile nel 2018, negli ultimi quindici anni l’età media dei lavoratori iscritti nella bilateralità industriale si è alzata di 8 anni.

Come se non bastasse, i lavoratori under 30 iscritti nel 2018 erano un quinto di quelli iscritti nel 2003; in quello stesso anno, i lavoratori under 40 erano i due terzi del totale degli iscritti, mentre quindici anni dopo sono un terzo sul totale. Guardando i dati del triennio 2019-2021, aggregando il mondo edile artigiano a quello industriale, il trend segnala una leggera inversione di tendenza, comunque non sufficiente ad un marcato ringiovanimento del settore. Il problema impatterà ancor di più sul settore nei prossimi anni, quando una parte importante dei lavoratori oggi attivi andrà in pensione.

«Per questo dobbiamo pensare adesso a ridare nuova forza attrattiva a questa professione – sostiene Alloni -. Il sindacato ha favorito e appoggiato un percorso di sensibilizzazione e promozione nei confronti del lavoro edile verso i ragazzi all’uscita della scuola media, con il percorso triennale di Istruzione e Formazione Professionale della Scuola Edile. La forte necessità di contrastare l'abbandono scolastico e le difficoltà di inserimento lavorativo dei giovani nella nostra provincia ci ha spinto a ridisegnare nuovo appeal verso il lavoro del muratore, accostando tecnologie innovative a un’offerta formativa d’eccellenza».

«Il lavoro del muratore – continua Alloni - per attrarre deve veder riconosciuto un giusto inquadramento professionale e, quando possibile, garantire percorsi di crescita. Il dinamismo che percepiamo dopo gli investimenti pubblici va governato da tutti gli attori, con l’unico obiettivo di consolidare un’edilizia bergamasca sana e di qualità, altrimenti sarà l’ennesimo fuoco di paglia».

«Punto forte della proposta dev'essere la sostenibilità sociale del lavoro edilizio, che vuol dire mettere al centro le persone puntando sulla formazione, rafforzando la sicurezza nei cantieri e combattendo il fenomeno del dumping contrattuale. Il settore non deve essere mai più associato alla cementificazione spregiudicata e al deturpamento, ma alla cura dell’ambiente e alla rigenerazione, con un occhio attento ai nuovi materiali da costruzione e alla digitalizzazione».

«In questo modo l’edilizia potrà tornare alle origini – conclude il segretario -, quando era giustamente considerata un’arte nobile, e così coniugare il bisogni e le aspettative dei giovani con la necessità di reperire personale qualificato delle imprese del settore, per ripristinare un graduale ricambio generazionale».

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