Crisi del gruppo Boost, ancora nessuna soluzione: nuovo sciopero dei lavoratori
I sindacati aspettavano risposte su stipendi e Tfr, che però non sono arrivate. Ancora da pagare i mesi di giugno e luglio
Sembra non si sia trovata ancora nessuna soluzione per la crisi della Boost, che deve ancora pagare gli stipendi ai suoi dipendenti per i mesi di giugno e luglio e non ha dato alcuna garanzia per i Tfr di oltre 110 lavoratori cessati per prepensionamento negli scorsi mesi, per la continuità dell’attività degli stabilimenti di San Paolo d’Argon, Cenate Sotto, Tolentino, all’interno del piano di risanamento sottoscritto a febbraio in sede ministeriale che prevede cassa integrazione straordinaria e prepensionamenti.
Per questo motivo Fistel Cisl e Slc Cgil Bergamo hanno indetto per domani, martedì 3 agosto, un nuovo sciopero (dopo quello di sabato 23 luglio) di otto ore per tutti i turni di lavoro.
Difficoltà, quelle dell'azienda tipografica, legate al periodo economico negativo dell'emergenza Covid e agli strascichi dell'associazione del titolare alla vicenda Lombardia Film Commission per via dell'amicizia con Alberto Di Rubba, revisore contabile della Lega, da parte di alcuni giornali. Vicenda giudiziaria e mediatica che in realtà ha sempre visto la estraneità dell'imprenditore ai reati contestati, basti pensare che non è mai stato sentito in aula neanche come testimone, ma che ha portato le banche a negare un prestito fondamentale all'azienda.
Da qui il prolungarsi della sofferenza della Boost e la mancata soddisfazione delle richieste dei sindacati, che hanno indetto lo sciopero per la giornata di domani e hanno invitato lavoratori e lavoratrici del gruppo tipografico - solo in provincia di Bergamo sono circa 800 i dipendenti dei due stabilimenti - a partecipare allo sciopero e al presidio a partire delle ore 10 presso i tornelli d’ingresso della fabbrica.