Sono arrivati gli aiuti?

Dal negoziante alla ristoratrice, viaggio tra i bergamaschi più colpiti dalla crisi Covid

C’è chi ha incassato due o tre tranche da 600 e da 1000 euro, chi ha usufruito di finanziamenti a fondo perduto. Ma per tutti è davvero dura. Abbiamo ascoltato anche un’organizzatrice di matrimoni, un allenatore e una barista

Dal negoziante alla ristoratrice, viaggio tra i bergamaschi più colpiti dalla crisi Covid
Pubblicato:
Aggiornato:

di Heidi Busetti

«Con le mie spese sono riuscita a superare il momento, perché sono una risparmiatrice - racconta Pamela Albani, grintosa trentottenne e titolare del Caffè Cinquecento in via Papa Giovanni a Verdello -. D’altro canto ho ricevuto sia l’Inps, sia due Ristori (1500 euro il 15 novembre, 500 euro il 15 dicembre e poi dovrebbero arrivarne altri il 15 gennaio) e il Fondo Perduto, pari a circa duemila euro. Mi è arrivato tutto e non mi sono mai sentita abbandonata. È cinque anni che ho quest’attività, è vero non ho mai fatto i soldi ma ho quasi terminato di pagare il prestito, mi ha permesso di vivere e ho anche potuto far lavorare mia sorella per un periodo come coadiuvante. È dura, ma non voglio mollare! Ogni volta mi reinvento, faccio l’asporto, modulo gli orari. Io ci credo e terrò botta!».

Soldi non tanti ma importanti, si potrebbe dire. E parole chiare. La situazione della barista di Verdello è simile a tante altre. Gli aiuti di governo, regione e comuni sono arrivati quasi a tutti quelli che ne hanno fatto richiesta. Tuttavia la situazione rimane difficile.

Negozio di abbigliamento

Sandro Lucini, negoziante d’abbigliamento a Bergamo, non è ottimista. Ha ricevuto le due trance da 600 euro per marzo e aprile, 3000 euro a giugno e poi il 200 per cento della differenza di fatturato fra aprile 2019 e aprile 2020 a inizio dicembre. A questa cifra si aggiungono 1440 euro dalla Regione Lombardia. Racconta Lucini: «Quello che avevano promesso, ho ricevuto, e me li sono fatti bastare. È stata una manna dal Cielo. Se nessuno si fosse prodigato per farci avere questi incentivi, avrei dovuto dar fondo ai miei risparmi, come d’altronde ho fatto tra marzo e aprile. Ma sono certo che il peggio debba ancora venire. Se guardiamo a ciò che sta accadendo alle piccole aziende che hanno usufruito della Cassa integrazione ma che presto non potranno più avere sostegni economici, ci si chiede come potremo tirare avanti. Tra dieci giorni dovrò ordinare l’invernale. Ci rendiamo conto? Come cavolo farò a fare dei campionari con le previsioni che stanno emergendo in questi giorni? È un problema enorme nel nostro settore: anche le griffe della Moda devono iniziare ora a reperire i pellami per le borse e per le calzature, i tessuti per l’abbigliamento e scegliere gli artigiani che confezionino i capi. Ma ne sono rimasti pochi, tantissimi hanno chiuso per fallimento. Capite? È difficile essere ottimisti sull’anno che verrà».

La ristoratrice

Chiara Mascher, dell’Osteria Bacco Matto, in via S. Giovanni Bosco, spiega: «Purtroppo c’è sempre stato qualche cavillo per cui non rientravamo nei parametri di Comune e Regione. Comunque ho ricevuto i sussidi statali di 600 euro per i mesi di marzo e aprile come partita Iva, mentre come società (il Bacco Matto è una Srl) abbiamo aderito a un finanziamento a fondo perduto del 10 per cento sulla base del calo di fatturato di aprile 2020 rispetto al 2019. Personalmente non ne capisco la logica: se vuoi aiutare le aziende vai a guardare veramente come hanno chiuso il bilancio dell’anno, o qual era la situazione nei primi due mesi, prima della pandemia, ma non vai a prendere un mese di riferimento e calcoli la stessa quota per tutti, senza tener conto del fatto che sia un’attività aperta da poco, un’attività storica, un’attività stagionale... e poi quando sono usciti i Ristori, ne abbiamo ricevuto uno a novembre, pari al 200 per cento di quanto ricevuto a maggio. Il Ristoro bis non l’abbiamo ancora visto, né gli aiuti per il lockdown di Natale». E la cassa integrazione per i dipendenti? «I miei sono stati in cassa integrazione dall’inizio di marzo fino a maggio...

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino al 14 gennaio, o in edizione digitale QUI

Seguici sui nostri canali