Ferie arretrate, Covid, difficoltà a trovare personale: tante attività bergamasche chiudono
Tra le maggiori difficoltà ci sono la carenza di dipendenti e il peso dell'emergenza sanitaria, nonché le vacanze non fatte e da recuperare
I commercianti bergamaschi vogliono le ferie. È quanto emerge da uno studio di Ascom Confcommercio Bergamo, che ha registrato quest'anno più chiusure rispetto al periodo precedente al Covid. Ferie arretrate, il peso dell'emergenza sanitaria, difficoltà a trovare personale: sono tutti elementi che hanno spinto gli imprenditori a ritagliarsi una settimana, massimo dieci giorni di ferie nonostante il grande afflusso di visitatori e turisti che in questi giorni affollano la città.
Tuttavia, il discorso non si applica proprio a tutte le attività in Bergamasca. Ad esempio, nel centro storico, secondo l'indagine di Ascom, il tutti i bar, ristoranti e hotel rimarranno operativi anche ad agosto. In Città Alta, invece, saranno ben il novanta per cento le attività che rinunceranno alle ferie, mentre in centro città si scende all'ottanta per cento.
Per quanto riguarda il resto del quartieri, le percentuali si attestano tra il quaranta e il cinquanta per cento di bar e ristoranti, mentre in provincia – soprattutto nelle valli bergamasche – si tende a sfruttare il momento di massimo afflusso turistico mantenendo ristorazione e strutture ricettive aperte durante tutto il periodo estivo.
Per chi ha scelto di andare in vacanza, la durata media delle ferie è di circa sette giorni, in alcuni casi estese fino a dieci o quattordici. Le chiusure ruotano per la maggior parte intorno al Ferragosto, in genere dal 14 al 23: c'è da tenere presente che le attività di Bergamo tendono a tornare operative in tempo per le celebrazioni di Sant'Alessandro, il 26 agosto.
«Quest'anno - ha spiegato Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio, a L'Eco di Bergamo -, secondo le nostre previsioni, si confermerà il trend registrato a partire dal 2020. Gli esercizi commerciali che chiuderanno in agosto saranno maggiori rispetto al periodo pre-pandemia, dove le ferie erano distribuite su altri mesi, mentre il settore della ristorazione si fermerà invece a settembre. I fattori che incidono di più sono le assenze registrate per Covid e la difficoltà a reclutare personale. Qualcuno ha chiuso per una settimana a giugno o a luglio, ma la stragrande maggioranza si concederà qualche giorno a ridosso di Ferragosto».