Il Comune di Bergamo replica a Federalberghi: «La città ha bisogno di nuovi hotel»
Dal 2014 al 2019 il flusso turistico è aumentato del 60% «e le strutture ricettive extra alberghiere sono raddoppiate, mentre l’offerta alberghiera è rimasta invariata»
Il Comune di Bergamo ha ritenuto doveroso fornire alcune precisazioni in risposta al comunicato stampa diffuso nella giornata di venerdì 12 febbraio da Ascom Federalberghi Bergamo, nel quale, in riferimento alle notizie circolate nei giorni scorsi circa l’arrivo di nuove strutture alberghiere in città, si sostiene che queste «minano le speranze di ripartenza degli operatori turistici», si sostiene che il sistema ricettivo sia già saturo e si chiede all’Amministrazione di «fare ogni sforzo per il superamento dell’equilibrio di sostenibilità del rapporto tra domanda e offerta turistica»:
Il Comune valuta positivamente i segnali di ripresa del settore turistico che derivano, implicitamente, dalle iniziative volte alla realizzazione di nuove strutture ricettive in città: si tratta di una scommessa sulla ripresa del turismo a Bergamo e di un segnale di fiducia verso la rinascita della città, proiettata verso l’appuntamento che nel 2023, insieme a Brescia, la vedrà Capitale italiana della Cultura.
Le strutture alberghiere a cui il comunicato fa riferimento non saranno ultimate e operative se non nel periodo tra 2023 e il 2025, anni nei quali la stessa Ascom Federalberghi prevede per la città non solo il recupero delle presenze turistiche pre-Covid, ma una probabile crescita dei visitatori, sia per effetto “Capitale della Cultura” sia, successivamente, come indotto della Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.
È importante sottolineare che nell’ultimo quadriennio i numeri del settore alberghiero cittadino sono rimasti invariati (25 alberghi attivi nel 2016, 25 alberghi attivi al 31 dicembre 2020) nonostante tra il 2014 e il 2019 i flussi turistici siano nel frattempo aumentati del 60% grazie al grande sforzo del sistema Bergamo per migliorare la propria attrattività turistica a livello internazionale. Questa crescita è stata accompagnata da un raddoppio delle strutture ricettive extra alberghiere, ovvero B&B e case vacanze, passate da circa 450 a oltre 800 tra il 2016 e il 2019, fenomeno non privo di criticità rispetto al tessuto residenziale dei quartieri in cui si sono concentrate (a partire da Città Alta). Le nuove iniziative andranno pertanto a colmare una sottodotazione dell’offerta alberghiera della città rispetto al forte aumento dei flussi turistici avvenuto negli ultimi anni.
Le strutture ricettive a cui Ascom fa riferimento sono inoltre conformi agli strumenti urbanistici vigenti: cancellare ora tali previsioni comporterebbe ricorsi e procedimenti in tribunale, con il Comune in una condizione di chiara debolezza di fronte alle ragioni dei ricorrenti. Si tratterebbe, inoltre, di una limitazione della concorrenza e dell’iniziativa privata, in contrasto con le liberalizzazioni introdotte dalla legge in questo settore.
La stesura del nuovo Piano di Governo del Territorio offrirà comunque all’Amministrazione l’occasione per valutare le esigenze della città anche per quel che riguarda le strutture ricettive, e in quest’attività sarà certamente prezioso il confronto con gli stakeholder interessati, tra cui Ascom Federalberghi e le altre Associazioni del settore.