prospettive di ripresa

Il turismo è crollato, ma ora segnali incoraggianti (con l'offerta: tre notti al prezzo di due)

Dal 2020 a oggi, gli arrivi sono diminuiti del 42,2 per cento e le presenze del 26,3 per cento. Tuttavia, i numeri di inizio 2021 fanno ben sperare

Il turismo è crollato, ma ora segnali incoraggianti (con l'offerta: tre notti al prezzo di due)
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di Federico Rota

Come era facilmente pronosticabile, il turismo bergamasco sta uscendo dall’emergenza Covid con le ossa rotte. Rispetto all’anno d’oro rappresentato dal 2019, dove si sono registrati 347.738 arrivi e 638.490 presenze, nel 2020 gli arrivi sono calati a 170.146 e le presenze a 323.718, indicatori scesi ulteriormente nel primo quadrimestre del 2021, assestandosi a 98.300 arrivi e 238.500 presenze.

«Calcolando la differenza tra oggi e l’anno scorso vediamo che gli arrivi sono diminuiti del 42,2 per cento – spiega Aldo Cristadoro, amministratore delegato di Intwig e consulente del Comune di Bergamo –. Più contenuta la flessione in termini di presenze, pari al 26,3 per cento».

Fare un confronto anno su anno risulta complesso: se si guarda al trend di arrivi e presenze da gennaio del 2020 nella Bergamasca, appare evidente come i primi due mesi dello scorso anno abbiano registrato numeri record, seguiti da un calo verticale nei mesi del primo lockdown, una ripresa dei viaggi durante l’estate con un picco ad agosto (66.174 arrivi e 191.425 presenze), salvo poi un nuovo calo autunnale, in occasione della seconda ondata pandemica.

Da sinistra: Giorgio Gori (sindaco di Bergamo), Gloria Cornolti (responsabile servizio turismo Provincia), Cristophe Sanchez (ad di VisitBergamo) e Aldo Cristadoro (ad di Intwig)

Tuttavia, al di là dei semplici numeri, lo spaccato sul turismo bergamasco risulta più eterogeneo di quel che può apparire e, soprattutto, dallo scorso marzo iniziano a emergere i primi segnali di una ripresa del settore e dei movimenti dei viaggiatori, in particolare di quelli italiani.

I primi quattro mesi del 2021 si sono infatti aperti con un piccolo picco a febbraio, seguito da una stabilizzazione dei dati: circa 20 mila arrivi e 58 mila ad aprile. «Il picco di febbraio si può giustificare per l’attesa ripartenza degli impianti sciistici, poi chiusi improvvisamente – aggiunge Cristadoro – Molti turisti che avevano prenotato in montagna o comunque nella Bergamasca hanno scelto di far ugualmente la propria vacanza».

«Dal nostro osservatorio abbiamo notato – osserva Gloria Cornolti, responsabile del servizio turismo della Provincia - che non appena ci sono spiragli legati alla ripartenza, le prenotazioni e il fermento dei viaggiatori riprende vita».

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Segnali di ripresa positivi   

Un primo indicatore che, in previsione dell’estate, fa ben sperare emerge dal confronto tra aprile del 2020 e quello di quest’anno: l’anno scorso si partiva da una base di 493 arrivi, mentre oggi questi sono in totale 20.900. Un andamento che si osserva anche guardando alle presenze.

Il Covid ha però cambiato radicalmente la fotografia legata alla provenienza di chi visita la nostra città e le località turistiche bergamasche: se nel 2020 gli arrivi di stranieri erano pari al 38,6 per cento e quelli degli italiani al 61,4 per cento, oggi a farla da padrone è il turismo di prossimità o comunque nazionale, con arrivi di italiani pari all’87,4 per cento e quelli degli stranieri scesi al 12,6 per cento. «Queste percentuali tra l’altro sono quelle medie provinciali – sottolinea il sindaco Giorgio Gori -. Se ci si focalizza su Bergamo città la differenza è ancora più eclatante».

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Positivo anche l’aumento della durata media dei soggiorni: la tendenza è quella di soggiornare più a lungo nella stessa struttura rispetto. I turisti stranieri si fermano in media 3,1 giorni (contro l’1,9 del 2020) e gli italiani 2,3 giorni (contro l’1,9).

I dettagli sulle zone turistiche

Chi ha pagato lo scotto più alto a causa delle ripetute chiusure è stato il capoluogo. Bergamo ha perso in due anni circa 100mila arrivi, passando dai 117.917 del 2019 agli attuali 17.600; un calo del 66,1 per cento (pari a quello registrato nel 2020). Non va meglio sul fronte delle presenze, che in città sono passate dalle 226.149 del 2019 a 57mila (-45,7 per cento).

Segnali in controtendenza arrivano dalla Valle Imagna, che segna un +20,3 per cento di arrivi. Una percentuale molto alta, cui però corrispondono numeri assoluti risicati: in tutto si contano infatti circa 600 arrivi in più dal 2020 ad oggi, essendo passati da 2.577 a 3.100.

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Le altre due zone che non hanno avvertito forti contraccolpi sono la Pianura e l’Isola Bergamasca, dove gli arrivi sono aumentati rispettivamente dell’8 e del 4,2 per cento. In questo caso però le due aree possono aver beneficiato dell’impulso derivante dalle attività di logistica sul territorio, in grado di attrarre operai e imprenditori in trasferta lavorativa.

Gli investimenti per il futuro

Marzo e aprile del 2021 registrano una visibile crescita di turisti rispetto all’anno scorso e l’andamento pare confermato anche per il mese di maggio. «Stiamo recuperando, anche se è difficile capire i tempi di questa ripresa – commenta Gori -. Se non ci fossero altri problemi sul fronte epidemiologico i mesi di settembre e ottobre potrebbero essere quelli della vera ripresa di Bergamo, trainata dal ritorno dei turisti stranieri. Credo ci siano tutte le ragioni per investire già da questo momento».

Gli ingressi all’interno dell’ufficio accoglienza nell’aeroporto di Orio al Serio segnano infatti una media giornaliera di 93 viaggiatori nella prima settimana di aprile, cresciuta a 132 persone al giorno a maggio e poi a 368 turisti a giugno.

Per queste ragioni il Comune di Bergamo e VisitBergamo sono al lavoro per mettere in campo due progetti finalizzati al rilancio turistico, attraverso la costituzione di reti con altre città. La prima rete sarà con Alba e Parma, Comuni insigniti del riconoscimento Unesco di “città creative per la gastronomia”.

«Ci piacerebbe diventare un’unica destinazione turistica, rivolta soprattutto ai turisti stranieri – aggiunge Giorgio Gori -. Insieme queste tre città possono avere ragioni di viaggio che da sole magari non hanno, aggiungendo alle eccellenze enogastronomiche anche il patrimonio culturale locale».

La seconda rete ha a che fare con i cinque più noti compositori d’opera italiani: Donizetti, Verdi (Parma), Puccini (Lucca), Rossini (Pesaro) e Bellini (Catania). «È una geografia articolata che comprende tutto lo Stivale – prosegue Gori -. Un viaggio attraverso il Paese che può spingere le persone a seguire itinerari alternativi rispetto a quelli che conducono nelle principali città turistiche italiane».

La promozione “Fly to Bergamo”

E per i turisti che faranno scalo da Orio al Serio potranno godere di un’ulteriore iniziativa promozionale, creata in collaborazione con Sacbo e le associazioni di categoria, attiva dalla prossima settimana.

«Chi prenota il soggiorno in una struttura attraverso il sito “Fly to Bergamo” – spiega Christophe Sanchez, Ad di VisitBergamo – e atterrerà a Orio, trascorrerà tre notti al prezzo di due. Inoltre riceverà in omaggio una bottiglia di Valcalepio, biglietti omaggio per l’Accademia Carrara pari al numero di viaggiatori e il servizio “fast-track” in aeroporto quando dovrà imbarcarsi al ritorno».

A oggi hanno aderito 121 operatori bergamaschi, di tutta la provincia. La promozione, ad oggi rivolta ai turisti italiani (ma in futuro sarà allargata anche a quelli europei), è attiva fino al 31 ottobre. «Se avrà successo – conclude Sanchez – la prorogheremo fino alla fine dell’anno».

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