Ricuperati (Confindustria): «Oggi sono i giovani a fare i colloqui a noi imprese"
Parla la presidente degli industriali che andranno all'Assemblea generale il 5 dicembre. «La carenza di personale? Non dipende dagli stipendi bassi»

di Andrea Rossetti
Lunedì 5 dicembre, all’hangar della Teb di Ranica, andrà in scena l’Assemblea generale di Confindustria Bergamo. La prima da presidente di Giovanna Ricuperati, nominata il giugno scorso e dunque alle prese anche con un iniziale bilancio di questa esperienza.
Presidente, sei mesi pesantucci. Caduta del Governo Draghi, inflazione alle stelle, caro-bollette...
(Ride, ndr) «Diciamo che è stato un periodo intenso. La macchina la conoscevo, ma ovviamente ora il ruolo è diverso. Abbiamo dovuto affrontare molte tematiche scottanti e direi che il primo bilancio è in chiaro-scuro. A preoccupare è soprattutto il futuro».
In che termini?
«Viviamo un periodo strano. Da imprenditori, l’incertezza sui ricavi è normale, quella sui costi no. Ma influisce pesantemente sulle prospettive future e questo crea apprensione e calo della fiducia. Di certo, il bilancio sul nostro ruolo di rappresentanza posso però dire che è positivo: ascoltiamo, condividiamo e facciamo squadra sulle istanze che ci vengono presentate».
Anche da parte del mondo manifatturiero? C’era un po’ di preoccupazione perché lei è la prima presidente a non venire da quel mondo...
«Ma io dico sempre che ho la manifattura dentro, perché è da almeno trent’anni che quel settore lo vivo e lo conosco. Non ho avuto alcun problema, quindi, a comprenderne le dinamiche».
Il titolo dell’Assemblea è “Competitività sostenibile”. Cioè?
«Ci sono due prospettive, ma un’unica direzione. Può sembrare un ossimoro, ma non lo è. Per essere competitivi bisogna anche essere sempre tesi verso lo sviluppo. E la sostenibilità è un punto fondamentale di questo sviluppo. Dobbiamo avere sotto controllo tutte le dinamiche che abbracciano l’impresa e il territorio in cui è inserita».

Parlate di sostenibilità, ma quello che si sta vedendo nella Bassa appare tutt’altro che sostenibile. Una cementificazione preoccupante a favore degli insediamenti logistici.
«Quando si parla di sviluppo, dunque di crescita, si parla anche di movimento. Di merci e di persone. Questo significa che dobbiamo gestire con attenzione anche le conseguenze che lo sviluppo porta con sé. Il tema della logistica nella Bassa ne è un perfetto esempio. E infatti in Assemblea ne discuteremo. È un fenomeno da tenere sotto controllo, perché tocca sia tematiche di tipo economico, sia dinamiche sociali. L’avvento di questi insediamenti richiamano lavoratori, quindi infrastrutture, ma anche competizione tra le aziende».
L’impressione è che manchi una regia.
«Sì, ha ragione (...)