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Boom di ristoranti nella Bergamasca: sono aumentati del 40 per cento in 10 anni

A influire la crescita del turismo e la trasformazione degli stili di vita e delle abitudini, oltre alla diffusione delle catene

Boom di ristoranti nella Bergamasca: sono aumentati del 40 per cento in 10 anni
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I ristoranti nella Bergamasca, nel giro di una decina d'anni, sono aumentati del 40 per cento: una crescita davvero notevole, che risulta considerando sia i titolari italiani che quelli di origine straniera. A dirlo è il report della camera di Commercio di Bergamo, che ha analizzato i dati dal 2013 al 2022 per il nostro territorio.

Numeri in crescita

A fine 2022, le sedi di impresa bergamasche attive nella ristorazione erano 2.665: circa il 4 per cento del totale provinciale, una quota simile alla Lombardia e all’Italia. Nel decennio tra il 2013 e il 2022 sono aumentate di 294 unità le sedi di impresa attive nella ristorazione in provincia di Bergamo, realizzando quindi una variazione percentuale del 10 per cento, che tocca addirittura il 40 per cento se si considerano le imprese guidate da imprenditori nati all’estero.

Va detto, comunque, che il ritmo di crescita risulta inferiore rispetto alle cifre regionali e nazionali. L'incremento più intenso si è avuto tra il 2014 e il 2016, ma nell’ultimo anno considerato sono poi calate quasi del 2 per cento, come effetto della normalizzazione post pandemica, un fenomeno riscontrato anche in altri settori.

Se si considerano poi anche le unità locali di imprese più ampie, il totale sale a 3.693. Tra queste, circa tre su dieci fanno capo a una sede fuori provincia e hanno registrato una crescita costante, compreso lo scorso anno, seppure a velocità ridotta rispetto a quelli precedenti. Nel decennio, sono cresciute in modo particolare quelle di imprese con sede fuori provincia, aumentate del +144 per cento. Da notare come è nell’area urbana che si ha la crescita maggiore nella ristorazione, seguita dalla pianura. A fine 2022, Bergamo era in prima posizione per consistenza: 529 sedi e 232 unità locali (+40 per cento rispetto al 2013), seguita da Treviglio (+30 per cento).

Le imprese con titolari stranieri

Circa un’impresa su cinque, inoltre, è gestita da persone nate all’estero, il 94 per cento delle quali è cittadina extra Ue. Tra i ristoranti da asporto, due su cinque sono a conduzione straniera, mentre nella ristorazione con somministrazione solo un’impresa su quattro è straniera.

Se però lungo tutto il decennio gli stranieri hanno privilegiato la ristorazione senza somministrazione, nell’ultimo anno le curve si sono invertite e la somministrazione è diventata la tipologia prevalente anche tra queste. Nel dettaglio, tra i titolari stranieri di imprese individuali  troviamo in prima posizione la Cina, seguita da Albania e Bolivia, mentre nella preparazione di cibi da asporto è l’Egitto ad essere il primo Paese, seguito da Pakistan e India.

La suddivisione delle categorie

Un’impresa su due è individuale. Le società di persone danno conto di una quota di 3 imprese su 10, mentre le società di capitali sono scelte da un'impresa su quattro. Quasi la metà delle imprese costituite come società di capitali ha in aggiunta sede nell’area urbana, invece quelle individuali e le società di persone sono distribuite abbastanza equamente in tutte le aree.

Le società di capitali, poi, mostrano particolare vivacità nel loro tasso di crescita (+5,1 per cento in media annua), contro una variazione quasi nulla per le imprese individuali. Le società di persone presentano una dinamica discendente a partire dal 2016 e, complessivamente, riportano una diminuzione media annua del -1 per cento. Un’impresa di ristorazione su quattro è a conduzione femminile, quota allineata all’Italia ma superiore alla Lombardia, mentre poco più di una su dieci è posseduta da giovani imprenditori. Le imprese giovanili, così come quelle femminili, sono andate calando.

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