Così non va

Seriate, flop del questionario per i commercianti: «C'è apatia. Solo una dozzina i negozianti attivi»

In pochissimi hanno risposto alla sollecitazione del Comune per trovare nuove soluzioni e rilanciare le attività

Seriate, flop del questionario per i commercianti: «C'è apatia. Solo una dozzina i negozianti attivi»
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di Marta Belotti

I più sono caduti dal pero, molti hanno risposto di averne sentito vagamente parlare ma di essersi dimenticati o di aver avuto troppe cose da fare; in poche parole, il deserto dei Tartari. I questionari creati dal Comune di Seriate, fatti circolare su spinta dell’assessore al Commercio Gila Cremonini con lo scopo di creare un canale di comunicazione fra cittadini, Amministrazione e commercianti e raccogliere dal basso nuove proposte e idee per il Distretto del Commercio, non hanno riscosso successo.

Per chi conosce i commercianti di paese, la notizia non è arrivata come un fulmine a ciel sereno, anzi. «Il vero problema è che il clima di apatia generale. Io ho aperto la mia attività quindici anni fa e da quindici anni sono nell’associazione delle “Botteghe di Seriate” per cercare di attivarmi e fare qualcosa. Tuttavia, saremo in una dozzina o forse poco più i commercianti davvero attivi», spiega Claudia Guerini, residente a Bergamo fino a poco fa, ora seriatese e che da diversi anni ha aperto un’attività di gastronomia sul territorio.

«Io ho completato sia il questionario destinato ai commercianti, sia quello da residente. Devo ammettere che, diversamente da quanto l’assessore ci aveva detto, si sono trattati di ben più di dieci minuti. Se uno voleva compilarlo ben bene, riflettendo e rispondendo qualcosa in più del “sì”, “no”, “forse”, l’impegno era considerevole. Io ci avrò messo un’ora abbondante!».

Che a spaventare i commercianti siano state le domande troppo lunghe? Non sembra, perché i più hanno dimostrato di non aver neanche aperto il link. Mancanze, probabilmente, ce ne sono state da entrambe le parti. Da un lato l’apatia generale, problema dei commercianti non solo di Seriate, ma anche di molti altri paesi della provincia; dall’altro forse un difetto di comunicazione da parte dell’Amministrazione e una parentesi di attivazione e raccolta dati troppo breve (è durata solo qualche giorno).

«Io ero in vacanza, quindi non ho avuto il pensiero di compilarlo», spiega Alberto Sana, proprietario di un’attività di ottica e membro del gruppo de “Le botteghe di Seriate”. (...)

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