Chiusa anche la cassa integrazione straordinaria

1500 motivi per cui i lavoratori Fiat oggi possono essere “happy”

1500 motivi per cui i lavoratori Fiat oggi possono essere “happy”
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“Because I’m happy / Clap along if you feel like a room without a roof / Because I’m happy / Clap along if you feel like happiness is the truth”: così cantavano, nel marzo 2014, i dipendenti dello stabilimento Fiat di Melfi in un video che ha fatto il giro della rete e provocò reazioni contrastanti. Da una parte chi sorrideva e lodava l’iniziativa, segno di una ritrovata positività, guidata dall’allora recente accordo tra la Fiat e la Chrysler; dall’altra, invece, chi vedeva in quel video solo un’operazione di marketing e accusava di veder coinvolti nel video solo «capi, capetti e leccapiedi», mentre chi lavora davvero è sottoposto a turni estenuanti e continue angherie contrattuali.

A distanza di 10 mesi, però, e con un nuovo anno appena iniziato, c’è chi realmente, allo stabilimenti Fiat di Melfi, può ballare sulle note della famosa canzone di Pharrell Williams. Lunedì 12 gennaio, Sergio Marchionne, dal Salone dell’Automobile di Detroit, ha confermato che nei prossimi tre mesi la società automobilistica assumerà 1.500 persone per lo stabilimento campano. Fino a dodici mesi fa, infatti, lì si produceva solamente la Punto, mentre in estate è iniziata la produzione anche della Jeep Renegade e della 500X. Due modelli che hanno avuto un impatto decisamente positivo sul mercato e che hanno così convinto Marchionne a puntare al rilancio dello stabilimento.

 

 

Merito anche del Job’s Act. Dei nuovi 1500 posti, mille saranno nuove assunzioni che avverranno nei prossimi 3 mesi. Precisamente mille contratti interinali destinati a diventare contratti a tutele crescenti non appena sarà varato il Job's Act. Marchionne ha confermato che la riforma del lavoro voluta da Renzi è stata una spinta importante verso la decisione di implementare l’attività dello stabilimento italiano: «Nessuno assume con l’obiettivo di licenziare, ma i mercati non dipendono da noi – spiega il manager -. Il fatto che ora ci sia un sistema di regole che aiuti a gestire anche una potenziale contrazione del mercato aiuta moltissimo. Con il Job’s Act non siamo più una realtà anomala». La Fiat, quindi, potrebbe diventare il miglior sponsor di Renzi e della sua riforma del lavoro, sia a livello nazionale che a livello internazionale. Marchionne, però, respinge con uno sbuffo le illazioni di chi vede queste mosse come un “favore” all’amico Renzi: «Assumiamo perché ne abbiamo bisogno, tutto qui».

2015, l’anno del rilancio. Con o senza il Job’s Act, comunque, il rilancio dello stabilimento di Melfi sarebbe stato impensabile se le performance del mercato automobilistico, negli ultimi mesi del 2014, non avessero riscontrato un segno più per la neonata FCA. Oltre all’ottimo impatto con Wall Strett, infatti, anche gli acquisti degli autoveicoli Fiat sono tornati a crescere, merito principalmente proprio della Jeep Renegade e della 500X. E così, ai mille contratti a tutele crescenti, se ne aggiungono anche altre 350 di lavoratori temporaneamente trasferiti in Basilicata dagli stabilimenti di Cassino e Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco. Sarà così possibile saturare totalmente le potenzialità produttive dell’impianto, dice il gruppo. Il programma prevede che già dalla prossima settimana saranno inseriti circa 300 nuovi lavoratori, ai quali si aggiungeranno subito circa cento persone provenienti dallo stabilimento di Cassino. FCA ha inoltre iniziato le pratiche per la chiusura della cassa integrazione straordinaria nello stabilimento lucano, con il rientro in fabbrica di tutti i dipendenti che, nei mesi scorsi, erano stati costretti a restare a casa.

 

 

Attraverso queste misure, Melfi diventerà il più grande stabilimento automobilistico italiano. E il manager italo-canadese fissa anche gli obiettivi per l’anno appena cominciato: «Nel 2015 arriveremo a vendere 5 milioni di autovetture».

Alfa Romeo arriva in America. Il 2015 sarà anche l’anno del grande debutto dell’Alfa Romeo sul mercato americano. Un momento molto atteso, perché ai vertici FCA sono certi che il Biscione diventerà un marchio forte negli Stati Uniti. Secondo le indiscrezioni, dovrebbe essere l’Alfa Giulia la vettura che guiderà la conquista dell’America. La Giulia è prodotta attualmente a Cassino e quindi, dopo la chiusura della procedura di cassa integrazione a Melfi, è possibile che lo stesso felice destino tocchi anche a questo stabilimento e a quello di Mirafiori. Intanto la ripresa targata FCA inizia a far sentire i suoi effetti anche in altri settori dell’industria italiana: la Marelli di Sulmona, che si occuperà delle sospensioni della nuova Alfa, ha annunciato un investimento di 10 milioni di euro.

Un colpo basso a Landini. Davanti a queste notizie positive giunte da Detroit, era molto attesa la reazione dei sindacati, in particolare di Massimo Landini, segretario generale della Fiom e principale detrattore delle politiche aziendali di Marchionne e della riforma del lavoro voluta dal premier Renzi, il quale però non s’è ancora espresso. Soddisfatti e anche un po’ sorpresi, invece, il segretario generale della Uil, Rocco Palombella, che parla di «splendida notizia», e quello della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, che non manca di sferrare un colpo basso al “collega” Landini: «Gli accordi sindacali che abbiamo fatto in Fiat, contrastati da Fiom e da una certa politica, stanno dando i risultati su cui puntavamo».

La sensazione è che quindi, questa volta, i dipendenti della Fiat abbiano realmente qualcosa per cui essere “happy”. Chissà se un nuovo video è in arrivo…

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