Giornata internazionale dei diritti della donna

8 Marzo, nell'Asst Bergamo Est nasce il team multidisciplinare "No violence"

Gli obiettivi sono il contrasto di ogni forma di violenza, la riduzione del divario di genere e la promozione di pratiche innovative, di rete, per sostenere e difendere le donne maltrattate

8 Marzo, nell'Asst Bergamo Est nasce il team multidisciplinare "No violence"
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Contrastare ogni forma di violenza, ridurre il divario di genere e promuovere pratiche innovative, di rete, per sostenere e difendere le donne maltrattate. Sono questi gli obiettivi del team multidisciplinare “No violence", istituito dall’Asst Bergamo Est.

Da anni, all’interno dei presidi ospedalieri, è attiva una procedura per la presa in carico delle vittime di violenza che prevede, sin dall’ingresso al pronto soccorso, l’accoglienza e la gestione delle donne in un’area dedicata, l’eventuale ricovero protetto anche per i loro figli, oltre a percorsi di collaborazione con gli enti locali e i servizi socioassistenziali presenti sul territorio come, ad esempio, il centro antiviolenza Rita. Inoltre, è avviata da tempo un’importante collaborazione con la Procura della Repubblica di Bergamo, così come con le associazioni di pazienti e volontari, cui si aggiungono servizi di mediazione culturale e assistenza sociale.

L’Asst Bergamo Est è anche destinataria dei “Bollini Rosa” conferiti dall’associazione Onda, riconoscimento ulteriore dell’impegno nella promozione, anche all’interno degli ospedali, di un approccio “di genere” nella definizione e nella programmazione strategica dei servizi clinico-assistenziali, indispensabile per garantire il diritto alla salute delle donne.

«Siamo particolarmente sensibili rispetto al tema della medicina di genere e della salute femminile - commenta il direttore generale, Francesco Locati -. Percorsi di questo tipo hanno come obiettivo la presa in carico tempestiva ed efficace dei cittadini da parte dell’azienda, intercettandone le esigenze con servizi specifici e mirati sulle esigenze del singolo paziente grazie alla professionalità del personale medico e sanitario. L’integrazione con i servizi del territorio arricchisce questo percorso, che porta le donne a riprendere in mano la propria esistenza».

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