Finalmente possiamo gridarlo Doni e l'Atalanta sono innocenti

Ben 2.031 giorno dopo, è tutto finito. Chiuso. Terminato. Da quell'1 giugno 2011 sembrava che l’incubo non dovesse finire mai e invece, per i tifosi dell’Atalanta e per Cristiano Doni, è arrivato il momento di voltare pagina. C’è un processo penale e la giustizia ordinaria farà il suo corso ma, dal punto di vista sportivo, giovedì 22 dicembre 2016 è una data molto importante: per Crotone-Atalanta, Doni e la società nerazzurra sono stati tutti prosciolti. Vi risparmiamo un pistolotto logorante per ricordare le tappe che hanno permesso al tarlo del calcioscommesse di accompagnare senza soluzione di continuità i pensieri dei tifosi atalantini. Ricordiamo tutti come, da quel fatidico giorno di cinque anni fa, sia successo un po’ di tutto, con diverse pene, molta risonanza mediatica e fantomatiche prove e certezze accompagnate da un’insegna che, quasi nessuno, riesce a dimenticare: “Si aggrava la posizione dell’Atalanta”.
Adesso è tutto finito. Con la stessa enfasi sarebbe giusto titolare: “L’Atalanta è stata prosciolta”. Cristiano Doni, secondo la giustizia sportiva, non ha organizzato nessuna combine nella gara di Crotone e dunque è stato prosciolto. E con lui anche l’Atalanta, che era coinvolta per responsabilità oggettiva e rischiava solo una multa di 25 mila euro. Avete letto bene, 25 mila euro. La Procura Federale, evidentemente, non era particolarmente convinta di un malaffare che (incredibilmente) vedeva l’ex capitano atalantino come unico promotore, regista, attore e fulcro di un pareggio con almeno tre gol. Nel comunicato ufficiale si legge che «la ricostruzione delle condotte contestate operata dalla Procura Federale appare lacunosa poiché non sono indicati, né le modalità attraverso le quali il predetto accordo sarebbe stato effettivamente realizzato, né i soggetti effettivamente contattati o, comunque, coinvolti al fine di realizzare una combine complessa, che prevedeva la realizzazione di un pareggio con oltre tre goal». Quindi, molto semplicemente, si è gridato allo scandalo senza indicare dettagli che sarebbero fondamentali in ogni processo.
Giovedì 22 dicembre 2016 è finita per l’Atalanta la pagina nera del calcioscommesse e nonostante da più parti Bergamo, la società nerazzurra e il suo ex capitano siano stati considerati alla stregua dei peggiori delinquenti, c’è un altro dettaglio che fa pensare parecchio. Tutto questo caos, tutto questo marciume, tutta questa manipolazione, dove sta? In 2.031 giorni sono finite sotto la lente d’ingrandimento 4 partite, non 52: Ascoli-Atalanta, Atalanta-Piacenza, Padova-Atalanta e Crotone-Atalanta della Serie B, stagione 2010/2011. Per due di queste (Ascoli e Crotone) la giustizia sportiva ha deciso che non c’è stato nulla per cui procedere, archiviandole. La partita interna con il Piacenza è stata effettivamente truccata ma, ricordiamolo, se anche Doni (che ha sbagliato e lo ha ammesso anche a BergamoPost in una recente intervista) non avesse saputo nulla, il Piacenza avrebbe comunque perso in quanto Gervasoni aveva venduto agli Zingari la sconfitta della sua squadra. Per questa partita, in un momento storico particolare e con una percezione della pena molto diversa da quella che nel tempo è poi diventata, la società orobica ha preso 6 punti di penalizzazione scontati nella stagione 2011/2012, in A. Gli altri 2 punti di penalizzazione sono arrivati per Padova-Atalanta, e in quell’occasione Doni decise di patteggiare. Visto l’andazzo dei processi, il clima e l’accanimento, l’ex capitano ha preferito questa via. Nel calcio italiano, dalle carte che sono emerse, in quegli anni è successo di molto peggio e nessuno, in proporzione, ha pagato quanto l’Atalanta. Tutto questo lo abbiamo detto e scritto, ognuno si tenga la sua idea ma è arrivato il momento di voltare pagina. Ben 2.031 giorni dopo, la partita con la giustizia sportiva è chiusa.