Cuori in cucina

Lo chef bergamasco Morelli, l'aiuto al collega La Mantia e l'idea della «cucina condivisa»

Lo chef siciliano, a causa della crisi, ha chiuso il suo ristorante a Milano. E così l'amico e collega orobico gli ha offerto di cucinare della cucina del suo "Bulk": «Mi ha salvato». Ma questo, secondo il grande cuoco di Bergamo, è il futuro

Lo chef bergamasco Morelli, l'aiuto al collega La Mantia e l'idea della «cucina condivisa»
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I due si conoscono da tempo e li lega, oltre che la professione, una bella amicizia, saldamente radicata sulla stima che provano l'un l'altro. In passato avevano già collaborato, come spesso accade ai grandi chef in occasione di eventi o di situazioni speciali. Questa volta, però, è diverso. Lo chef bergamasco Giancarlo Morelli e il collega siciliano Filippo La Mantia non è che collaborano: lavorano fianco a fianco, gomito a gomito, con le rispettive brigate (in versione ristretta) e nella stessa cucina, che poi è quella del ristorante Bulk, a Milano, di Morelli.

Lo chef Filippo La Mantia e parte della sua brigata

A raccontare questa bella e particolare storia è il Corriere della Sera, che svela come lo chef bergamasco abbia «salvato» il collega La Mantia, che era rimasto senza ristorante a causa della crisi che sta duramente colpendo il settore della ristorazione. Lo chef siciliano, infatti, a fine 2020 s'è visto costretto a chiudere il suo ristorante meneghino a causa degli eccessivi costi (28mila euro solo per l'affitto mensile), non più sostenibili con il solo servizio d'asporto o di consegna a domicilio. Con la sua brigata in cassa integrazione, La Mantia era rimasto senza lavoro, di fatto. Finché non è arrivata la proposta di Morelli: poter continuare a cucinare per l'asporto e il delivery utilizzando gli spazi della sua cucina.

«Mi ha messo a disposizione un’area della sua bellissima cucina e le sue attrezzature - ha spiegato La Mantia al Corriere -. Io gli pago l’energia che consumo e nient’altro. Gliene sarò eternamente grato: Giancarlo mi ha permesso di richiamare al lavoro quattro dei miei 20 ragazzi, gli altri 16 sono ancora in cassa integrazione perché la mia società non è fallita eh, è viva, e di mantenere quel filo con i miei clienti che mi dà un po’ di buonumore. Con Giancarlo ci divertiamo».

Morelli, chef bergamasco ormai stabilmente insediatosi a Milano ma con il cuore sempre ai piedi di Città Alta, alle lodi preferisce sottolineare i pregi di una collaborazione di questo tipo, certo inedita nel mondo della cucina: «È un’occasione di crescita professionale, sia per noi sia per i rispettivi ragazzi. Poi piangiamo uno sulla spalla dell’altro, troviamo un sorriso in una giornata buia. E poi dopo tanto tempo vedo la cucina un po’ movimentata, che per un cuoco è la cosa più bella». Ma aggiunge anche: «Questo è il futuro: come si condividono gli uffici si possono condividere anche le cucine. Due cuochi che lavorano negli stessi spazi non per una singola serata o per un evento ma nella quotidianità secondo me creano un bellissimo confronto».

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