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La mansarda in via Toti a Stezzano diventata l’atelier di moda di Chiara

La mansarda in via Toti a Stezzano diventata l’atelier di moda di Chiara
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Con minuzia e precisione, ritaglia i suoi modelli, cuce e confeziona abiti su misura. Lo fa nella mansarda della sua casa stezzanese di via Enrico Toti, in quello che tutti conoscono come "Il laboratorio di Chiara". Quella per la moda è una passione recente, eppure nel vederla all’opera proprio non si direbbe. Chiara Cividini, 39 anni, è molto pignola e attenta alle richieste dei suoi clienti. Se n’è accorta anche la scuola di design Silv di Bergamo, che non solo la annovera tra le sue migliori insegnanti di Modello e confezione, ma che di recente l’ha coinvolta, insieme alle sue allieve, nella realizzazione dei costumi di scena dello spettacolo Carmen di Georges Bizet organizzato dal Ducato di Piazza Pontida in occasione della 36esima edizione del Festival del Folklore.

 

 

«Lavorare a questo progetto è stato un motivo di crescita – racconta Chiara –. Insieme alle allieve del Silv abbiamo realizzato modelli di scena, in taglia unica per i personaggi secondari e su misura per i protagonisti. Io ho aiutato a confezionarli, in particolare pantaloni, giacche, camicie. Sono tutti modelli realizzati con le balze. Ci sono abiti lunghi con spacchi molto alti e rose applicate, mentre le giacche del tenente sono lunghe, in stile militare. Non avevamo modelli precisi da seguire, abbiamo usato la nostra fantasia. Ho svolto anche delle piccole ricerche in internet per capire meglio come fossero i vestiti dell’epoca. Ci abbiamo impiegato un mese e mezzo, tra giugno e luglio. Ogni sarta lavorava nel tempo libero». I costumi di scena sono stati esposti in anteprima il 18 agosto a Oriocenter: il centro commerciale ha ospitato infatti le prove generali della Carmen. La rappresentazione vera e propria dell’opera lirica di Georges Bizet si è tenuta invece in piazza Vecchia nelle serate del 19 e del 20 agosto.

Nel frattempo, Chiara ha continuato a lavorare a tempo pieno nel suo laboratorio. Eppure, solo qualche anno fa, questa mamma stezzanese aveva tutt’altra occupazione. L’idea di mettersi in proprio è maturata in epoche recenti e si è rivelata subito un’idea vincente: «Questa avventura è nata in un periodo di crisi lavorativa. Io ho una laurea triennale in Giurisprudenza: prima lavoravo in un ufficio paralegale per una holding, poi c’è stata la crisi e sono rimasta a casa. Trovare una nuova occupazione è stata un’impresa, perché nel frattempo dovevo badare a due figli piccoli e avevo qualche problema con l’ex marito, quindi era difficile gestire lavoro e famiglia. Ripartire da zero a 38 anni non era facile. Volevo rimettermi in gioco, ma facendo qualcosa che davvero mi appassionava. Così a un certo punto mi sono ricordata che da piccola adoravo cucire e, quasi per gioco, mi sono iscritta a un corso per principianti. Mi è piaciuto così tanto che ho deciso di frequentarne altri più professionali. Ho iniziato prima a lavorare come hobbista, poi un anno fa ho aperto una partita Iva. Lavorando a casa riesco a gestire anche i figli, soprattutto adesso che stanno affrontando la fase dell’adolescenza; posso dar loro quell’occhio in più mentre lavoro. Quello della moda è un ambiente difficile perché comunque sto muovendo i primi passi in questo settore e i colleghi a volte mi guardano un po’ con diffidenza».

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I clienti però apprezzano e il giro d’affari è in continuo aumento: «Sono contenta per il successo che il mio laboratorio sta riscuotendo – conferma la sarta –. Il primo anno è stata dura, poi con il passaparola ho iniziato a lavorare bene: da aprile a luglio ho avuto un periodo intenso, ho già parecchie commesse organizzate per l’autunno. Realizzo linee di abbigliamento da donna, giacche, gonne, pantaloni, camicie e abiti da cerimonia personalizzati e cuciti a mano. Mi occupo inoltre di effettuare riparazioni e modifiche per abiti da donna, da cerimonia, da uomo e da bambini. I capi più richiesti sono abiti su misura per taglie forti o con difetti fisici. Altri vogliono un vestito unico nel suo genere a un prezzo inferiore a quello offerto dalle grandi marche. Da me possono scegliere il tessuto, il colore e lo stile che preferiscono. I clienti vengono coinvolti in prima persona, collaborano con me, mi chiedono consiglio, si appassionano. Mi dà molta soddisfazione. Sto iniziando a creare anche i miei primi abiti da sposa. Quando riuscirò a crescere nel modo giusto forse aprirò il mio atelier. Per ora ci sono dei costi troppo alti che non riesco a sostenere e resto nella mansarda di casa, poi si vedrà. Un passo alla volta». Per informazioni, però, c'è un sito tutto suo da visitare.

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