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Perché Kickstarter è una cosa bella (che finanzia chi ha buone idee)

Perché Kickstarter è una cosa bella (che finanzia chi ha buone idee)
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«Le idee innovative italiane sono sempre state apprezzate in tutto il mondo», sono queste le parole con cui Yancey Strickler ha commentato il debutto nel nostro Paese di Kickstarter, la piattaforma online di crowdfunding di cui la Strickler è co-fondatrice e CEO. Nella giornata di martedì 16 giugno, durante il Sonar+D di Barcellona, fiera delle novità informatiche, c’è stato il lancio in cinque nuovi Stati: Austria, Belgio, Lussemburgo, Svizzera e – appunto – Italia.

Cos’è e come funziona Kickstarter. Internet è diventata la forma più immediata per ottenere finanziamenti a sostegno di progetti privati, senza dover ricorrere al processo di ricerca soldi porta a porta tra ipotetici benefattori. Così negli ultimi anni, in America (e non solo) si è assistito ad una vera e propria proliferazione di piattaforme online, volte a “pubblicizzare” qualunque tipo di progetto in cerca di appoggio economico. Il procedimento da seguire per gli utenti interessati è molto semplice: occorre presentare la propria idea corredata da foto, video e testi, e sarà poi compito del finanziatore decidere se sostenere economicamente il progetto presentato, nel tempo e con la somma prevista dagli ideatori del lavoro.

 

 

Quando tutto ha avuto inizio? Ufficialmente, il lancio di Kickstarter è datato 28 aprile 2009, quando Perry Chen, Yancey Strickler e Charles Adler brevettano l’idea della piattaforma, con base nel Lower East Side di Manhattan. Il principio alla base è quello del “o tutto o niente”: se si raggiunge la cifra indicata il progetto viene realizzato, in caso contrario i soldi rientrano ai finanziatori (i cosiddetti bakers). Dal momento del suo debutto sei anni fa, la piattaforma ha raccolto 1,8 miliardi di euro, utili a favorire la realizzazione di circa 86mila progetti creativi, grazie al contributo di 8,8 milioni di investitori.

Vengono proposti progetti di qualunque tipo: dalla cravatta con la zip fino allo stetoscopio wireless, passando per la traduzione di testi omerici. Solitamente i benefattori vengono omaggiati con un regalo a progetto realizzato (gadget o copia dell’esemplare). L’Italia è il 14esimo Paese nel quale la piattaforma si sviluppa (dopo Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Olanda, Danimarca, Norvegia, Svezia, Irlanda, Australia e Nuova Zelanda). La scelta non è casuale: infatti i dati Duepuntozero Doxa sui pagamenti online tramite PayPal testimoniano che nel solo 2014 il 28 percento degli utenti di internet italiani ha partecipato a campagne di crowdfunding, attivate da una delle 54 piattaforme operanti sul settore in Italia. Cosa cambierà ora? Ci sarà la possibilità di interagire con la propria lingua di riferimento e di versare fondi su conti correnti italiani, e inoltre i finanziamenti esteri verranno raccolti ugualmente in Euro.

 

https://youtu.be/ISAdFizEOdU

 

Le altre piattaforme di crowdfunding. In Italia, a prescindere dall’ingresso di Kickstarter, ci sono già numerose piattaforme di raccolta fondi. La più importante è certamente Eppela, lanciata nel 2011 da Nicola Lencioni e composta da giovani ragazzi attivi nel settore della comunicazione. Eppela si occupa di ottenere finanziamenti per progetti di arte, cultura, lifestyle ed economia e nel 2014 è sbarcata negli Usa, dopo aver raccolto circa 5 milioni di euro con una media di 6.500 per progetto. Produzioni dal Basso è invece da molti ritenuta la prima piattaforma italiana impegnata nel settore, essendo nata nel 2005 da un’idea di Angelo Rindone. Nel 2013 Roberto Esposito ha sviluppato DeRev, un sito online orientato sia sul crowdfunding che sulle petizioni e le mobilitazioni pubbliche. La politica, l’associazionismo e l’attivismo sono i temi forti, ma sul sito trovano spazio anche progetti legati ad innovazione, arte e sport. In poco più di due anni ha raccolto quasi 3 milioni di euro. Kapipal invece è certamente l’idea che si avvicina di più a Kickstarter in quanto dal 2009, su progetto di Alberto Falossi, permette di presentare progetti creativi e molto personali (nel 2013 è stata acquistata da Grow VC, che si occupa di sviluppare le startup virtuose). Tra le piattaforme dedicate ad un solo canale specifico, invece, le più conosciute sono Musicraiser, Bookabook e Wowcrazy.

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