Cannes, tutto quel che c'è da sapere su questa (memorabile) edizione

Ci sono tutte le premesse perché questa 68a edizione del festival sia una di quelle memorabili. Partiamo da noi, dall’Italia: è noto che quest’anno concorreranno alla Palma d’oro ben tre registi italiani: Nanni Moretti, Matteo Garrone e Paolo Sorrentino.
Gli italiani: Moretti, Sorrentino, Garrone. Su Moretti c’è poco da aggiungere; già nel 1978 con Ecce Bombo il regista ebbe la sua prima candidatura, seguita poi nel 1993 da quella per Caro diario, per il quale si aggiudicò il premio per la miglior regia. Poi di nuovo nel 1998 con Aprile e infine la tanto corteggiata vittoria nel 2001 con La stanza del figlio, che riportava il premio in Italia a 23 anni da L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi. Infine un trittico di candidature per gli ultimi tre film: Il caimano, Habemus Papam e questo Mia madre. Lo stretto legame tra Moretti e Cannes è segnalato anche dalla partecipazione del regista alla Lezione di cinema dell’edizione del 2002.
[La diretta live del Festival]
https://youtu.be/UJUZcPtlDa0
Anche Sorrentino, che quest’anno partecipa con Youth, ha un ottimo rapporto con la rassegna: quasi tutti i suoi film (cinque su sette) hanno ricevuto nomination o si sono aggiudicati qualche premio. Cinque le candidature alla Palma d’oro, ma ancora nessuna vittoria. Il magnifico film del 2008 sulla figura di Andreotti, Il divo, si aggiudicò invece il premio della giuria, mentre quello del 2011, This Must Be the Place, fu celebrato dalla Giuria Ecumenica. Dopo il trionfo agli Oscar de La grande bellezza è impossibile non porsi nei confronti dei film di Sorrentino con una certa morbosa curiosità. È davvero difficile fare ipotesi sulla capacità del regista napoletano di ripetersi a livelli di tale eccellenza, ma il cast, le prime immagini e le informazioni sulla trama sembrano promettere bene.
Le vicende di Matteo Garrone legate al festival hanno una storia più recente, ma altrettanto intensa. Le sue ultime tre opere, Gomorra (2008), Reality (2012) e l’ultimo Il racconto dei racconti, sono state tutte candidate alla Palma d’oro e si sono aggiudicate vari premi, tra cui due Gran Prix Speciale della Giuria, che a livello di importanza è secondo solo alla celebre Palma d’oro. Dei tre film italiani in corsa, quello di Garrone pare il più interessante: non si puà non amare Mia madre, bisogna fidarsi di Sorrentino, ma l’idea di Tale of Tales sembra di gran lunga la più originale delle tre, sia per il fatto che riprende un’opera letteraria antica, sia perché il genere fantasy è palesemente schivato dal cinema italiano, forse timoroso di confrontarsi con le capacità tecniche/tecnologiche di Hollywood. Il tentativo di espandersi verso un cinema di genere e al contempo d’autore nel contesto italiano va apprezzata a prescindere.

Charlize Theron. Film: Mad Max: Fury Road. (AP Photo/Lionel Cironneau)

Da sinistra, Ethan Coen, Sophie Marceau, Rossy de Palma, Guillermo Del Toro, Rokia Traore, Xavier Dolan, Sienna Miller, Jake Gyllenhaal e Joel Coen alla prima di La Tete Haute (Standing Tall). (AP Photo/Lionel Cironneau)

Lupita Nyong'o alla prima di La Tete Haute (Standing Tall). (Photo by Joel Ryan/Invision/AP)

Emma Stone. Film: Irrational Man. (AP Photo/Lionel Cironneau)

Da sinistra, Kaho, Haruka Ayase, Suzu Hirose, Masami Nagasawa e Hirokazu Kore-eda. Film: Our Little Sister. (AP Photo/Thibault Camus)

Da sinistra, Hirokazu Kore-eda, Masami Nagasawa, Suzu Hirose, Haruka Ayase, and Kaho. Film: Our Little Sister. (AP Photo/Thibault Camus)

Director Woody Allen and Emma Stone pose for photographers upon arrival for the screening of the film Irrational Man at the 68th international film festival, Cannes, southern France, Friday, May 15, 2015. (Photo by Vianney Le Caer/Invision/AP)

Emma Stone, Woody Allen, Parker Posey. Film: Irrational man. (AP Photo/Lionel Cironneau)

La cantante Cheryl Ann Fernandez-Versini alla prima di Irrational Man. (Eric Gaillard/Pool via AP)

Natalie Portman e il marito Benjamin Millepied alla prima di La Tete Haute (Standing Tall). (AP Photo/Thibault Camus)

Julianne Moore alla prima di La Tete Haute (Standing Tall). (AP Photo/Thibault Camus)

Salma Hayek. Film: Il racconto dei racconti. (AP Photo/Thibault Camus)

Da sinistra a destra, Bebe Cave, Vincent Cassel, Matteo Garrone, Salma Hayek e John C. Reilly. Film: Il racconto dei racconti. (AP Photo/Thibault Camus)

Lea Seydoux, Colin Farrell e Rachel Weisz. Film: The Lobster. (AP Photo/Thibault Camus)

La giuria del festival. Da sinistra a destra: Haifaa Al-Mansour, Tahar Rahim, Isabella Rossellini, Nadine Labaki, and Panos H. Koutras. (AP Photo/Thibault Camus)

Tahar Rahim, membro della giuria, posa per i fotografi. (AP Photo/Thibault Camus)
E tutti gli altri. Tutte queste belle parole sui tre registi italiani non devono tuttavia illuderci: la competizione è durissima. I nomi forti sono innanzitutto quelli francesi: su tutti Jaques Audiard (Il profeta, Un sapore di ruggine e ossa) che presenta un interessante adattamento dalle Lettere persiane di Montesqueiu, un classico del Settecento. C’è poi Maïwenn, già vincitrice del premio della giuria nel 2011 con Polisse; quest’anno presenta Mon roi. Gli altri candidati francesi sono Valérie Donzelli, Stéphane Brizé e Guillaume Nicloux.
C’è poi la scuola orientale, rappresentata quest’anno da Hou Hsiao-Hsien (Taiwan), JiaZhang-Ke (Cina) che si è fatto conoscere anche in Italia con Il tocco del peccato (2013) e infine il bravo Hirokazu Kore-eda, già vincitore nel 2013 per Father and Son, si presenta con Our Little Sister.
Ci sarà poi l’occasione per soddisfare la nostra curiosità intorno ad alcuni titoli. Sarà interessante vedere come Gus Van Sant ha diretto la stella in forte ascesa Matthew McConaughey in The Sea of Trees; sicuramente il tema del film, legato alla «foresta dei suicidi» giapponese, è notevole, ma Van Sant non arriva dal momento più felice della sua carriera. Sembra lontana l’ispirazione dei giorni migliori, che portò ad esempio al trionfo del magnifico ed essenziale Elephant (2003).
Altro titolo da tenere sott’occhio è Sicario di Denis Villeneuve, uno dei registi di culto degli ultimi anni, ma non ancora molto popolare per il pubblico nostrano, se pensiamo che il suo film Enemy non è nemmeno stato distribuito in Italia. Il regista franco-canadese è tuttavia una certezza, se è vero che molto probabilmente dirigerà il sequel di un classico immortale del cinema come Blade Runner.
Non si può poi non spendere qualche parola per l’atteso Macbeth di Justin Kurzel: un testo shakespeariano in mano a due attori oggettivamente tra i migliori della loro generazione, quali Michael Fassbender e Marion Cotillard, non può che eccitare tutti gli amanti del cinema e anche della letteratura.
Suscita simpatia e interesse The Lobster del greco Lanthimos: in un futuro distopico le persone vengono trasformate in animali se non trovano un fidanzato/a entro 45 giorni da passare in hotel. Non si sa molto su Louder Than Bombs, ma la lontana parentela del regista Joachim Trier con l’immenso Lars Von Trier lascia ben sperare.
Tra i film fuori concorso si evidenziano il nuovo di Woody Allen, Irrational Man, con la sua ultima musa ispiratrice Emma Stone, e il furibondo Mad Max, uscito proprio in questi giorni ed acclamato da molti critici.