Un altro anno con la maglia della Dea

La nuova bandiera dopo Bellini? Raimondi: «Sarebbe un onore»

La nuova bandiera dopo Bellini? Raimondi: «Sarebbe un onore»
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Sei e un quarto della sera, dall’altra parte del telefono Cristian Raimondì, un bergamasco vero che indossa con onore la maglia della squadra della sua città. La nuova bandiera dopo Bellini? Forse. Il rinnovo di contratto con l’Atalanta è stato firmato da poche ore, adrenalina e felicità nel numero 77 sono alle stelle, e per capire che non si tratta del semplice prolungamento di una stagione per un calciatore di 35 anni che punta solo a fare spogliatoio e si mette a disposizione, bastano poche parole. Un paio di domande. Una sola risposta.

«Sono felice – racconta CR77 - e non vedo l’ora di mettermi a disposizione del mister. E quando dico a disposizione, significa che il mio obiettivo e la mia volontà sono di dare il massimo per essere sempre considerato nelle scelte. Un po’ mi infastidisce leggere che sono vecchio, cerco sempre di dare tutto e fisicamente mi sento a posto: l’età per me non conta. Queste voci sono però soprattutto un grande stimolo, forse quello maggiore perché sono davvero chiacchiere e basta. Adesso vado in vacanza ma sono già carico a mille, non vedo l’ora di iniziare a lavorare per fare quello che ho sempre fatto: onorare la maglia della Dea. È quello che mi interessa di più».

 

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Dunque non sarà solo una comparsa, Cristian da Sedrina. «L’anno scorso ho giocato appena 18 partite, non posso essere contento fino in fondo, però sono sicuro di aver sempre dato il massimo. In carriera ho subito solo il grave infortunio di Empoli al legamento crociato, per il resto credo di essere sempre riuscito a offrire il mio contributo. Il mio l’obiettivo è continuare così. Magari giocherò fino a 40 anni, magari invece no: ci penserò più avanti, ora però voglio lavorare sodo e dimostrare che ci sono. Poi, se capiterà di giocare una partita sola oppure 30, a priori nessuno può saperlo. Terzino, ala, centrocampista o anche più ruoli in una partita: essere prezioso per lo spogliatoio è importante, ma conta tanto il campo. Accetto anche di partire dietro agli altri, proprio perché parliamo di Bergamo e dell’Atalanta, ma non mi sento assolutamente un rincalzo. Ho una grande voglia di ripartire».

I tifosi lo amano per il suo attaccamento viscerale alla maglia della Dea e bastano poche parole per capire che non sbagliano affatto: «Questa maglia per me è importantissima, l’ho sempre detto e lo ripeto. Il rinnovo di contratto non è stato complicato, non si tratta di cifre o di bonus da fissare ma della volontà di continuare assieme. Lo volevo io e lo voleva la società. E sono davvero felice, anche perché mi manca poco a raggiungere quota 100 presenze in serie A con l’Atalanta (7 per la precisione, ndr). È il mio prossimo personalissimo obiettivo».

Le 100 partite in serie A con l’Atalanta sono un bel risultato, soprattutto nella prima stagione senza Gianpaolo Bellini. Che sia Raimondi la nuova bandiera? «Per me sarebbe un onore incredibile. Senza Paolo nello spogliatoio sarà strano e molto diverso, soprattutto all’inizio. Personalmente nella vita a Zingonia di tutti i giorni verrà a mancare un giocatore speciale e importante, il compagno di camera con cui ero in grande sintonia. Con lui bastava un’occhiata. Certamente questa nuova situazione mi fa sentire un pizzico di responsabilità in più, anche se dal punto di vista dell’impegno i miei valori e i suoi sono molto vicini. Per me vorrà dire andare avanti con ancora più forza a vivere l’Atalanta come ho sempre fatto».

 


Atalanta Palermo il Gol di Raimondi di teleAtalanta

 

Oltre al traguardo della tripla cifra in A con la Dea, c’è un altro obiettivo che Raimondi non può più fallire: il secondo gol. «Verissimo, mi manca. Ormai è passato un po’ di tempo da quella rete segnata in casa contro il Palermo sotto la Curva Pisani: è stata un'emozione indimenticabile e non vedo l’ora di riviverla. Ho avuto altre occasioni: un paio di stagioni fa a Reggio Emilia con il Sassuolo ci sono andato vicino colpendo il palo, in altre occasioni mi sono tolto la soddisfazione di essere decisivo con degli assist. Però il gol è il gol, spero davvero di poter riassaporare ancora quella gioia».

L’era Gasperini sta per iniziare, cosa si aspetta dal nuovo tecnico? «Non lo conosco – conclude CR77 – e sono curioso anche io di scoprirlo. È una nuova avventura, partiremo dall’inizio della stagione con un nuovo tecnico ed era un po’ che non capitava, visto che Reja era arrivato a campionato in corso per sostituire Colantuono. Leggo che ha una grande cultura del lavoro, che chiede tantissimo ai giocatori e che non accetta la mancanza di spirito di sacrificio: se fosse tutto confermato dal campo, credo che per la nostra mentalità e per la realtà bergamasca tutto questo possa solo essere positivo. Si sposa alla perfezione con i nostri valori. E io, lo ribadisco, cercherò di parlare poco, anche perché non mi sento solo una chioccia per i più giovani o uno che può dare qualcosa solo nello spogliatoio: andiamo sul campo e lavoriamo duro, io ci sono e voglio dare il mio contributo».

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