Il personaggio

La storia del signor Riccardo, detto Roccia, custode della Morla e dei suoi pesci

L'uomo ogni giorno percorre la ciclabile che costeggia il torrente e ripulisce gli argini. Nel fiume persino una panchina

La storia del signor Riccardo, detto Roccia, custode della Morla e dei suoi pesci
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di Paolo Aresi

Il signor Riccardo lo chiamano tutti “Roccia”. Ogni giorno percorre la Morla nella zona della ciclabile, come se fosse un guardiano. Rimuove sacchetti e le ramaglie, osserva gli scarichi. In questi giorni c’è chi addirittura ha gettato una panchina nel torrente.

Lui non ha fretta, è in pensione, e poi abita da queste parti, verso Valverde, in un angolo di bellezza che Bergamo è riuscita a preservare. Ogni tanto si mette a pescare: il suo posto preferito non è lontano dall’ingresso della ciclabile, in via Baioni. Lo si vede con gli stivali, i jeans e la giacca a vento stile mimetica. Quando il freddo morde, allora mette il cappello di pelo che gli ripara anche le orecchie, come i lapponi.

Appoggia sulla sponda il suo banchetto con ami e vermiciattoli, la seggiola, e rimane seduto con la canna da pesca che affonda nell’acqua azzurra. Anche in questa mattina di sole primaverile. Abbiamo parlato con lui.

Ci sono i pesci?

«Certo che ci sono e tanti anche!».

Ma dove sono?

«Guardi bene nell’acqua. Io sto qui vicino a questi due ponti perché qui ce ne sono tanti. Guardi bene, adesso smuovo l’acqua, vedrà che escono dai nascondigli».

È vero, se ne vedono alcuni.

«Stanno nascosti e fermi sotto le pietre perché fa ancora freddo, ma ce ne sono tanti, eccome».

Ma c’è la siccità, non c’è acqua.

«No, no, qui l’acqua c’è sempre. Dipende dai punti, ma la Morla è un fiume sorprendente. In certe zone è asciutto come un deserto, basta pensare al Ponte Secco, in altri c’è sempre acqua».

Ma sarà acqua sporca, stagnante...

«No, è acqua pulitissima, sorgiva, viene da sotto (...)

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