L'addio in Duomo

Ricordo di Pierangelo Cornaro, lo chef gentile della gloriosa Taverna del Colleoni

Divenne famoso in tutta Italia perché partecipò a uno dei primissimi programmi televisivi dedicati alla cucina, vincendo un sacco di puntate

Ricordo di Pierangelo Cornaro, lo chef gentile della gloriosa Taverna del Colleoni
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Ogni volta che presentava un piatto ai clienti del suo ristorante la parola era sempre la stessa: «Eccezionale». Pierangelo Cornaro, storico patron del ristorante Taverna del Colleoni-Dell’Angelo in Piazza Vecchia, ci ha lasciato martedì 14 giugno. Cornaro è stato uno chef che ha rivoluzionato la ristorazione bergamasca dai primi Anni Ottanta fino a pochi anni fa. Classe 1945, combatteva da tempo contro una grave malattia. Ha lasciato la moglie Ivana e il figlio Nevio.

Quella di Pierangelo Cornaro è stata una carriera brillante, vissuta tra le cucine di mezzo mondo - da Berlino alla Polonia, passando per Danimarca, Svezia, Francia ed Egitto - e la sua Bergamo, dove ereditò nel 1973 la trattoria in Borgo Santa Caterina "Dell’Angelo". Un’insegna storica e parecchio conosciuta nell'ambito della cucina tradizionale. Al giovane Pierangelo però tutto ciò stava stretto. Così, nell'autunno del 1976, il locale riaprì completamente rinnovato e rivoluzionato, al punto che, dopo due anni appena, la Guida Michelin lo premiò con l’ambita stella.

Cornaro divenne famoso in tutta Italia perché partecipò a uno dei primissimi programmi televisivi dedicati alla cucina, vincendo un sacco di puntate. Nel 1990, il trasferimento in Piazza Vecchia, nei locali dell’allora Taverna del Colleoni, ribattezzata “Colleoni & Dell’Angelo” Era il ristorante più prestigioso ed elegante della città, ospitato in un palazzo dell’XI secolo e già locanda di prestigio nell’800, che vide sedersi ai suoi tavoli Gaetano Donizetti, Lord Byron ed Herman Hesse. Il signor Pierangelo gestì per 28 anni la Taverna con professionalità e grande passione, dedicando tutto se stesso. La stella Michelin, però, non gli fu mai riassegnata.

Alla fine del 2018 il budget del ristorante non poteva più sopportare l’affitto (i muri appartenevano a Ubi Banca) e gli altri costi. Sarebbero stati necessari anche importanti lavori di ristrutturazione. Lo chef, suo malgrado e con amarezza, gettò la spugna. Gli scrissero ospiti da ogni parte del mondo ricordando la sera in cui furono accolti nel suo locale in Piazza Vecchia. Il presidente del gruppo dei ristoratori del Congresso americano gli mandò un saluto che lo commosse. Scrisse: «Se noi avessimo avuto in America un cuoco come lei e un ristorante così, gli avremmo fatto un monumento».

Nel frattempo, per Cornaro erano arrivati i primi problemi di salute. Si ritirò nella casa di Seriate, sfogliando a ritroso i giorni passati nel “suo” locale e le personalità che vi erano transitate, da Gorbaciov a Prodi, da Benetton al principe ereditario di Lussemburgo, che in seguito divenne il granduca. I funerali di Cornaro sono stati celebrati giovedì 16 giugno in Duomo. Monsignor Gianni Carzaniga, già rettore del Seminario e parroco di Sant'Alessandro in Colonna, lo ha ricordato come «un professionista apprezzato, che sapeva far bene il suo mestiere di ristoratore, garantendo però anche il valore aggiunto della qualità dell'accoglienza»,

Ora i gloriosi locali della Taverna in Città Alta saranno gestiti dalla “Ten Food & Beverage”, società già presente in Città Alta con California Bakery.

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