Un autentico galantuomo

Se n'è andato a 98 anni il "conte Nino": addio a Bonaventura Grumelli Pedrocca

Per oltre trent’anni è stato presidente del Consorzio Tutela Valcalepio e per due mandati ha ricoperto la carica di vicepresidente della Provincia

Se n'è andato a 98 anni il "conte Nino": addio a Bonaventura Grumelli Pedrocca
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Nella sua casa di Città Alta è morto oggi, lunedì 27 giugno, all’età di 98 anni, il conte Bonaventura Grumelli Pedrocca, un autentico galantuomo, noto e stimato sia come imprenditore che come politico. Per oltre trent’anni è stato presidente del Consorzio Tutela Valcalepio, del quale nel 1976 era stato uno dei fondatori e per due mandati ha ricoperto la carica di vicepresidente della Provincia e assessore alle Attività produttive, durante la gestione Bettoni. “Il conte Nino”, come lo chiamavano tutti, per diversi anni era stato anche presidente di Confagricoltura Bergamo e co-fondatore della Cantina Sociale Bergamasca, oltre che consigliere della Banca Popolare di Bergamo.

Colto, riservato e dotato di uno stile d’altri tempi, appariva sempre sorridente: non si ricorda una sua parola o un suo gesto sopra le righe. Amava Bergamo e il suo territorio ed era sempre attento al sociale: ogni anno nella sua tenuta di Torre de’ Roveri ospitava un evento in favore dell’associazione Nepios, che aiuta i bambini meno fortunati.

I produttori di vino bergamaschi devono molto a Grumelli Pedrocca, il cui obiettivo è sempre stato migliorare la qualità delle produzioni e far conoscere e portare il Valcalepio al di fuori dei confini nazionali. E anche il mondo politico - apparteneva alla destra, prima Msi e poi Alleanza nazionale - lo ha riconosciuto come un esponente di valore. L’ex presidente della Provincia Valerio Bettoni lo ha definito con tre aggettivi, misurato, equilibrato e saggio, ricordandolo con parole di riconoscenza. Questo il ricordo di Bettoni:

«Quando appena eletto presidente della Provincia, mi trovai a dover varare la mia prima Giunta non conoscevo Bonaventura Grumelli Pedrocca. Accettai la sua presenza e il suo ruolo di vice-presidente, sulla base della fiducia e del senso pratico di cui l’uomo e il politico era accreditato. Quando fui rieletto nel 2004 non ebbi alcuna esitazione nel confermarlo al mio fianco, dopo aver avuto modo di apprezzarne le molte doti professionali, di politico attento e misurato, capace di veder lontano grazie alla sua lunga esperienza. Alla fine poi dei due mandati in Via Tasso ho provato una motivata gratitudine unita alla nostalgia della separazione. Non potevo e non posso ripensare a questo intenso percorso senza riconoscere doverosamente e onestamente che molto di quanto abbiamo realizzato, delle opere progettate e portate a compimento, lo dobbiamo anche alla sua collaborazione sempre leale, generosa, equilibrata.
La sua lucida visione, il buon senso e la concretezza operativa hanno qualificato la responsabilità svolta da Bonaventura Grumelli Pedrocca sia come vice-presidente sia come titolare delle “Attività produttive”. Era di una generazione avanti e in qualche caso anche di più rispetto ai componenti della Giunta e del Consiglio Provinciale: ma, senza mai far pesare minimamente il mondo nobiliare da cui proveniva, Grumelli Pedrocca si fece benvolere da tutti per le sue qualità umane, unite al pragmatismo e ad una non comune capacità di dialogo e di mediazione. Sapeva andare oltre le contingenze e i limiti della stretta attualità e della fretta - cattiva alleata - che spesso condizionano l’azione dei politici. Il profilo che ci resta come ricordo è quello di un uomo di provato valore, con un ricco bagaglio di sapere e di conoscenza, un bergamasco che si è speso per la gente, la promozione delle attività produttive, per il progresso della provincia e del suo territorio. Un uomo che sapeva stare bene con tutti, che amava dialogare e discutere con i giovani, signorile sempre nell’accoglienza e nella convivialità. Discreto, mai in cerca di visibilità, dotato di realismo e in parallelo di perspicacia e finezza nel giudicare persone e fatti, gli esprimo riconoscenza per quanto ha dato a me, alle due Amministrazioni in cui si è prodigato, e di riflesso alla provincia e al suo sviluppo».

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