L'addio

Se n’è andato Elio Carminati, il “Mazinga” dello stadio

Negli anni Ottanta e Novanta era in prima fila durante le gare dell’Atalanta: un’istituzione, benvoluto da tutti. Aveva 62 anni

Se n’è andato Elio Carminati, il “Mazinga” dello stadio
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Lo chiamavano poliziotto buono, Mazinga, Pilone, gigante buono, gli Ultrà dell’Atalanta. Per anni nella squadra antidroga, era diventato un’istituzione allo stadio di Bergamo negli anni ’80 e ’90, sempre in prima fila in servizio all'ordine pubblico. Quasi 2 metri per oltre cento chili di peso, era noto per la sua bontà e per la grande empatia, anche nei momenti di tensione. Elio Carminati è stato una colonna della squadra mobile di Bergamo: si è spento ieri, lunedì 10 gennaio, portato via a 62 anni da un male incurabile che lo aveva aggredito lo scorso anno.

Era in pensione dal 27 marzo 2013 e, pur malato, aveva continuato a fare il volontario alla Croce Rossa di Bergamo. In polizia dal 15 gennaio 1983, dopo aver fatto il garzone alla farmacia Rolla di piazza Sant’Anna – come racconta L’Eco di Bergamo - l’operaio al birrificio Von Wuster di Borgo Palazzo, il bagnino alle piscine Italcementi e l’infermiere professionale all’ospedale Maggiore. Con l’amico carissimo Stefano Lesi faceva coppia fissa e per questo venivano indicati come gli Starsky & Hutch della Mobile. Lascia la moglie e la figlia. La salma è composta alla Casa del commiato di via San Bernardino 139.

L’omaggio forse più curioso a Elio Carminati - a cui ha dedicato un libro Federico Biffignandi, “Sbirro a chi” - arrivò proprio dalla Curva Nord bergamasca in un articolo sul giornalino “Sostieni la curva” nel 2013:

«Eri imponente in servizio, quasi sempre senza casco e i sassi non ti schiodavano di un niente. Noi, delusi nel non vederti scappare, arenavamo le intenzioni. Sappiamo di essere stati scorretti con te, ma ora che sei in pensione e che hai dedicato pagine su di noi nel tuo libro appena uscito, vogliamo attraverso “Sostieni la Curva” ringraziarti per la grande umanità dimostrata nei confronti di molti di noi. Non ricordiamo quante (perché troppe) volte arrivavi in carica davanti al Bar Stadio e tiravi giù la saracinesca con violenza e ci stanavi dentro a tutti! Erano anni sicuramente diversi, ma quello che noi ricordiamo molto bene è che riuscivi il più delle volte con buon senso ed intelligenza a sbrogliare situazioni critiche, e qui siamo convinti che i tuoi modi sarebbero sicuramente serviti negli ultimi 15 anni, quando tutto è andato a peggiorare senza la tua presenza così assidua sul campo, come era negli anni ‘80/’90. Una volta ci dissi che un poliziotto prima di mettere i ferri ai polsi ad un ragazzo ed arrestarlo (rovinandogli gli studi, il lavoro e in certi casi la vita) ci deve pensare quattro, cinque, sei volte… Ricordiamo i tuoi modi durante le perquisizioni in casa, o nel venirci a prendere sul lavoro, sempre con garbo, facendoti passare per un parente. Buona pensione vecchio Mazinga! I tuoi calci nel sedere solo al pensiero li sentiamo ancora come fosse ieri… Ma sono stati calci che ci hanno fatto crescere molto… In dignità, in valori che ancora oggi portiamo dentro senza alcuna distinzione… e distintivo».

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