Lombardia in zona rossa, Fontana promette battaglia: «Faremo ricorso»
Il governatore accusa il Governo: «Più volte ho chiestodi rivedere i parametri perché basati su dati vecchi, in questo caso del 30 dicembre che, oltretutto, non tengono conto di importantissimi indicatori a noi favorevoli»
Questa volta il governatore Attilio Fontana sembra deciso ad andare fino in fondo. E dopo che stamattina (15 gennaio) si era già espresso in modo molto critico contro il prossimo passaggio della Lombardia in zona rossa, nel pomeriggio, ospite di Pomeriggio Cinque, il governatore ha annunciato che «faremo ricorso con l'ordinanza del ministro Speranza».
«Ho chiesto al ministro di ripensarci - ha aggiunto Fontana - e invieremo delle accurate note per spiegare le motivazioni della nostra opposizione. Sono stato cauto e ho preteso sempre il rispetto delle regole. Tuttavia ritengo fortemente penalizzante questo scenario, che darebbe un colpo devastante a una grossa fetta dell'economia lombarda. Più volte ho chiesto al Governo di rivedere i parametri perché basati su dati vecchi, in questo caso del 30 dicembre che, oltretutto, non tengono conto di importantissimi indicatori a noi favorevoli, come per esempio l'Rt sull'ospedalizzazione. Purtroppo non abbiamo ancora ricevuto risposta».
«In Lombardia - ha proseguito il governatore - negli ultimi quindici giorni la situazione è migliorata almeno per classificarci in zona arancione». Si preannuncia dunque un nuovo scontro tra Regione Lombardia e Governo, dopo le scintille degli scorsi mesi. Le ultime, proprio (e sempre) sul tema dei parametri delle suddivisioni in zone a novembre 2020, quando la Lombardia entrò per la prima volta in zona rossa.
Zona rossa che colpisce in modo particolare la Bergamasca, provincia i cui dati sul contagio poco giustificano misure così stringenti come quelle imposte dal Governo. Per questo, sempre la mattina di oggi, il sindaco Giorgio Gori e il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli avevano scritto a Fontana e all'assessore regionale al Welfare Letizia Moratti per chiedere di fare pressioni sul Governo affinché "derogasse" la Bergamasca dal dover sottostare alle norme imposte dalla zona rossa. Una richiesta che Fontana, nel pomeriggio, ha rispedito al mittente sottolineando come lui ci potesse fare ben poco e che, nel caso, Gori avrebbe dovuto chiedere ai suoi compagni di partito del Pd che sono al governo.
Sempre a Pomeriggio Cinque, Fontana ha meglio espresso la propria posizione al riguardo: «Comprendo bene le ragioni dei sindaci che, evidenziando come i loro territori sono al di sotto della media regionale, chiedono una deroga (Bergamo ha 61 casi Covid ogni centomila abitanti, molto meno della media lombarda, ndr). Il problema è che tale parametro non è preso in considerazione dal Ministero della Salute e dal Cts nazionale, ma solo l'Rt. Se venisse utilizzato il tasso di incidenza dei positivi su centomila abitanti, infatti, oggi la Lombardia non finirebbe in zona rossa. Prendendo in considerazione quel dato la Lombardia ha un'incidenza ben al di sotto di gran parte delle altre regioni italiane, che oggi verranno classificate magari anche in zona gialla».